Questo blog genera un impatto sociale minore di zero!

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"TSK, stì giovini"....

24.3.11
Signori e Signore, ecco che fine hanno fatto i 150 anni di storia italiana...





Stuprati, tritati ed infine buttati nel cesso con relativa risata di scherno.

P.S.
Però c'è il motore grafico di Unreal eh!
Wuiva l'italia!!!

[R.] 127 ore...

7.3.11

Ipotesi di complotto: E' dal 2006 che l'ormai rinomato "martire" Bear Grylls tenta di persuaderci (passivamente!) di quanto sia pratico e conveniente lo scenario casalingo se contrapposto agli svariati disagi che può comportare un'immersione, improvvisata e condotta alla C.D.C. (cazzo di cane, ndr.), nel selvaggio mondo della natura.
Per noi, voyeuristi inconsolabili bellamente crogiuolati dal candito tepore degli agi costantemente sostenuti da una società "evoluta" come la nostra, Man Vs Wild non è solo un monito da cui NON è consigliabile sconfinare...no.
E' soprattutto una volgare dimostrazione di potere, i classici baffi disegnati col pennello indelebile sul ritratto della natura, la carta e le bottiglie di plastica abbandonate sul ciglio della strada. Per farla breve...è una sfida. LA sfida. Quella che se lanciata in un giorno "no" della natura "son cazzi", per intenderci.Ma allora dov'è il complotto? Cosa si cela dietro ad una pellicola stilisticamente (e musicalmente, stando a quello che afferma l'omino d'oro) interessante come 127 ore?
Mò ve lo spiego eh. Facciamo un balzo in avanti nel tempo. E' il 2010 e ormai Man Vs Wild è un programma affermato non solo sulle reti di
Murdoch ma anche su quelle di Silvio. Danny Boyle (che, se non lo si fosse inteso, è il regista della pellicola in questione.) è un grandissimo fan delle "trasmissioni di successo", lo prova il suo estremo fanatismo nei confronti di "Chi vuol essere millionario".
Ora proviamo ad accantonare, anche solo per un attimo, la curiosità famelica che ruota attorno ad una "vicenda estrema" vissuta in prima persona da un signor nessuno (se paragonato a Grylls) come Aron Ralston. Un'esperienza interessante di cui il sottoscritto, fatta eccezione per qualche remoto e impreciso imput fornito dallo stesso Grylls durante le sue avventure, non ha mai sentito parlare. Aggiungiamo anche che i fatti trattati in 127 ore appartengono al 2003 (vale a dire vecchi di otto anni) e che fino ad oggi nessuno, a parte Ralston stesso, s'è prodigato di far conoscere al mondo l'esperienza di un uomo in bilico tra la vita, la morte e...un masso .
Che cosa si evince? Nulla. A parte l'assoluto vittimismo e dipendenza di Boyle dalla tv, ovviamente.
Ecco dunque svelato il mistero: Boyle dimostra ancora una volta non solo di essere un profondo conoscitore delle mode e delle tendenze che troneggiano nell'etere mediatica ma anche di saperle far fruttare al meglio riproponendocele al posto giusto nel momento giusto. E proprio in virtù di questa sua tendenza qualche domanda, se permettete, è d'uopo farsela.

Malgrado tutto, però, 127 ore risulta essere un film stilisticamente ben costruito, capace di racchiudere al suo interno delle trovate visive originali e di grande impatto. Sicuramente ispirato dall'unica pubblicazione di Ralston ("
Between a Rock and a Hard Place", Atria Books), il film è in grado di riproporre con delle immagini suggestive ed estranianti le percezioni che l'aventuriero ebbe quando si trovò prossimo alla disidratazione, al congelamento e dulcis in fundo...alla morte.
Di certo non mancheranno di stupirvi e al contempo sconvolgervi i delicati dettagli macabri relativi all'amputazione volontaria del braccio su cui, a mio avviso, ruota e si sorregge tutta la struttura del film.
Con questo non voglio dire che il film è stato girato esclusivamente per farvi "godere" della pratica macabra, ma necessaria, di Ralston. Ma a tratti sarà fin troppo chiaro quanto le 127 ore di sana agonia e disperazione siano nulla in confronto ad un unico gesto estremo (che poi, per intenderci, è quello a cui gli spettatori inconsciamente ambiscono).
Non ci sono note rilevanti da riportare per quel che concerne la recitazione. James Franco emerge più per la sua "vaga" (ma funzionale) somiglianza fisica con Ralston che per le sue capacità interpretative. Non che il ruolo richiedesse uno sforzo da Oscar èh! Il personaggio è intepretato bene ma non ci sono degli exploit recitativi degni di nota, tutto qui.
Sempre restando in tema di recitazione, delude un po' la presenza inutile (di fatto) della bellissima Kate Mara , il cui ruolo si riduce ad una semplice "comparsa quasi inutile".
Per il resto vorrei spendere ancora qualche parola sulla componente voyeuristica del film.La telecamera che Ralston è solito portarsi dietro nelle sue avventure, oltre ad essere un elemento caratterizzante del personaggio, è lo strumento primo di comunicazione che il protagonista ha nei confronti del mondo. Come per l'acqua e le scorte di cibo, Ralston tenta di centellinare fino all'ultimo la batteria dell'unico strumento apparentemente inutile e ostentativo che compone il suo magro inventario per favorire una sorta di "
Blair Witch Project dell'agonia", decisamente più efficace del suo antagonista appena citato.
Dulcis in fundo, mi sento in dovere di concedere una o più note di merito sia al montaggio che alla colonna sonora. E sia chiaro! Quest'ultima non mi ha condizionato unicamente per il suo "valore di mercato" (del resto vale solo un Oscar), ma per l'originalità con cui propone (ma soprattutto ripropone!) alcuni pezzi d'elite ormai, credo, dimenticati dai più.

Ah...quasi dimenticavo. Non mancano di stupire anche alcuni "strafalcioni" (voluti o non, mah!?) come quello della foto scattata da una quarta persona sospetta che, in realtà, NON dovrebbe esistere. Segue la prova del "reato":



Strafalcioni a parte, mi sento (in dovere?) di dare a 127 ore un bel 7 1/2.
E più ci penso, più mi convinco che forse questo film meriterebbe un bell'8.


P.S.
Sempre se si esclude la storia di Bear Grylls eh.


NEIN NEIN NEIN NEIN NEIN NEIN NEIN (...)

5.3.11

"Blade Runner, atto secondo

In arrivo il sequel: la Alcon vicina ad acquisire i diritti
peer girare la seconda puntata del film

cult del 1982."


Segue la mia personalissima (e per molti sicuramente irrilevante) reazione di fronte al potenziale "stupro storico" che la misteriosa e irriverente Alcon potrebbe effettuare ai danni di una delle pietre miliari del cinema fantascientifico:


NO!

Se bastasse solo il trailer...

17.2.11

...allora Dead Island sarebbe il survival horror/zombie per antonomasia.
Au contraire, titoli come DC Universe Online (che verrà trattato prossimamente in un post senza esclusione di colpi) ci insegnano che il trailer, il più delle volte, non è che un mero e subdolo espediente volto a soggiogare i nostri ormoni in funzione dei $.
Posta questa considerazione è cosa buona e giusta storcere il naso di fronte ad un titolo che, stando ai primi screen, si mostra già per quel che è.
Un classico FPS ammazza/ammazza, spara/spara, sventra/sventra. E anche se il backgroud "quasi originale" e la mole di zombi famelici che lo coronano risultano essere molto allettanti, io scelgo comunque di restare diffidente.
Ah, per la cronaca, prima che mi diate dello stupido fatevi due passi vicino al cratere di m***a in cui è sprofondato miseramente Crysis, poi ne riparliamo eh.


Intando godetevi questo ennesimo trailer da Oscar....



LEGGE BAVAGLIO

10.2.11

... com'è che doveva funzionare???


"..."



"..."








Ah, ecco.

La provocazione del Martedì sera....

11.1.11

In breve, alla serie The Walking Dead serve un cast di supermodelle per risorgere dal pattume mediatico in cui è miseramente sprofondato.

In Russia no one can hear you scream...


IL FATTO

Nei pressi di una trincea in Russia è stato rinvenuto il cadavere di una creatura molto simile al Facehugger di
Alien.


Ora le cose sono 3:

1) E' una bufala di qualche simpatico Russo che altrettanto "simpaticamente" (per citare Moratti) ha pensato bene di farci cagare tutti addosso rievocando uno dei mostri più terrificanti della storia del cinema fantascientifico.

2) La Russia, si sa, è famosa per i suoi abitanti geneticamente devastati. In buona parte il merito va al disastro di Cernobyl e alle cagate chimiche che ancora infestano il territorio ucraino. A conti fatti, per quel poco che sappiamo dei modus operandi di madre natura, questi potrebbero essere i resti di uno "scoiattolo" che se l'è vista brutta nei pressi della vecchia centrale nucleare.

3) E' vero ed è morto. Il sollievo per i comuni mortali potrebbe essere momentaneo dato che non si può escludere a priori la presenza di altri "mostrini" simpatici simili a quello in questione.
Ergo, siamo tutti fottuti.






[Il Cultista Enigmista] Le Somiglianze



Lagrange




Assange





Solange





Nonostante le reciproche somiglianze, soltanto 2 fra questi individui sono in realtà la stessa persona. Sapreste determinare quali?

Scontri a Roma. Le foto del ragazzo con la pala. E' giallo.

15.12.10



SFIGATISFIGATISFIGATISFIGATISFIGATI


(da sinistra a destra: il giovane manifestante, Gianna Michaels e la pala)



ma veramente a noi sembra abbastanza negro...


E' comunque chiaro che si tratti di un mercenario assoldato dai complottisti del potere esecutivo al fine di creare disordini gratuiti e sviare l'attenzione del popolo mostrando il popparuolo a Gianna Michaels.



AGGIORNAMENTO

le ultime notizie ci affermano che è, sì, negro, ma figlio di un brigatista...
jackpot!

"Everybody must die!" A farewell to Ingrid Pitt

26.11.10
























Ingrid Pitt (Ingoushka Petrov), 21 November 1937 – 23 November 2010


Rappresenterai per sempre la cosa più bella ed incantevole che sia mai apparsa in un film dell'orrore.

A noi mortali non rimane che continuare ad ammirarti, per sempre.




Filmografia orrorifica essenziale:

- The House that Dripped Blood (1970), gustoso film ad episodi della Amicus

- The Vampire Lovers (1970), capolavoro della Hammer, tratto dal racconto Carmilla di LeFanu, che ha di fatto proiettato la Pitt nell'empireo delle horror queen e rappresenta la massima espressione del sublime e della sensualità nel cinema vampirico

- Countess Dracula (1970), interessante horror gotico, sempre della Hammer, dove Ingrid si cala con la sua infinita grazia nel ruolo della contessa Bathory

- The Wicker Man (1973), il film non necessita presentazioni, purtroppo la Pitt viene relegata ad un ruolo minore (ma questo non le impedisce di comparire nuda, eh...)



Per tutti quanti, affinchè possiate ammirare il fascino e la sensualità spiazzante di questa icona dell'horror che fu, ho postato il capolavoro del compianto regista Roy Ward Barker, anch'egli scomparso in tempi recentissimi.




The Vampire Lovers












































































Requiescat in Pacem