Questo blog genera un impatto sociale minore di zero!

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Get into the Spirit!

30.11.09

La copertina qui sopra rappresenta l'ultima fatica del metal god.
Cioè una raccolta di canzoni natalizie.

...

...


Mi spiego meglio.
Rob Halford non ha mai avuto una vera e propria carriera solista. Dopo lo split coi Judas Priest e dopo il fallimento commerciale dei progetti Fight e Two, nel 2000 esce con il discreto Resurrection, in un periodo di massiccio revivalismo per la vecchia scuola, e si fa una cinquantina di concerti con turnisti di livello eccelso; due anni dopo accade la stessa cosa con Crucible, che però non può competere col precedente nonostante la produzione sia ancora firmata Roy Z (cioè l'uomo che riportò l'ugola di Dickinson agli onori della storia).
Niente di eccezionale insomma, il suo mestiere è cantare, il suo nome vende benino e tutto è andato liscio come doveva. Ma è un liscio preoccupante, piatto, deludente.

Poi c'è stata la reunion coi Priest, due dischi su cui non commento, polemiche, pareri negativi sul suo stato di salute generico e vocale ma, insomma, il meccanismo "gira" ed il rispetto dei fans e dei colleghi non viene meno, anzi.


Eppure continua a mancare il pugno di Odino. La conferma definitiva, il gesto di consacrazione, la didascalia nel cielo "I AM THE METAL GOD!". Un'affermazione potente, che cancelli la miriade di paroline e parolacce spese su di lui, sul suo declino canoro, sulla sua fragilità, sull'omosessualità dichiarata. Perchè una divinità caduta non la venera nessuno. Piuttosto la vogliamo morta ma non in declino. Nella musica funziona così.

Bruce Dickinson, Ozzy, Dio e (pochissimi) altri del loro calibro questa conferma l'hanno già espressa. Manca solo il Rob. La bandiera a scacchi del nuovo millennio porta il suo nome.
E lui che fa?


[suspance]


Esce con Winter Songs.
Un disco di canzoni natalizie, tradizionali ed inedite. Ed in giro per il web le recensioni sono addirittura positive.
Originalissimo.
Conrocorrente.
Uao!

E' tipo la centesima volta che accade soltanto negli ultimi 10 anni.
Pescando nella mischia ricordo che mi ha fatto scuotere la testa l'impresa analoga dei Twisted Sister, mi ha incuriosito (e fatto godere non poco) quella dei Jethro Tull ma poi... francamente non vedo tanta possibilità per prodotti di questo genere. Specie da parte di chi E' TENUTO a lavorare con una certa qualità.


Quindi...

quindi stavolta va bene così!

E' che in realtà io sono un freak natalizio dei peggiori.
Qualsiasi cosa riguardi il natale mi catapulta immediatamente negli anni '80, quando un pupazzetto di He-man era più grosso della mia faccia e l'atto di scartarlo era la cosa più vicina all'orgasmo che potessi conoscere.
Negli ultimi anni, da quando ho preso in mano la "gestione del folklore natalizio" della casa, mi sono drogato pesantemente di Trans Siberian Orchestra, Barclay James Harvest acustici, Yes, Blackmore's Night, i sopracitati Tull e altri mentre facevo l'albero di Natale o sistemavo i pupazzetti e le coccarde... ci credo un casino, non ci sono scuse,
Sono un sentimentale sfigatissimo.

Se per voi il Natale "non è metal", sappiate che la penso molto diversamente!

Per cui, Rob, sei un mattacchione e la tua pietra miliare puoi tenertela ancora per qualche anno.
Per stavolta va bene così.
Mi fido.
So che cosa succede ai tuoi dischi quando ci metti il cuore. E qui sicuramente c'è.

Vorrà dire che tra due settimane, mentre appendo la stella luminosa, nello stereo passerà il tuo Winter Songs.

Un abbraccio.
E salutami Roy, digli che ormai sono pronto a seguirlo ovunque vada.






For Those About to Watch... 5

27.11.09

"Vuoi stare sveglio per vedere Babbo Natale?
Non te lo consiglio, magari si arrabbia e diventa un'orco."


Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Interprete Maschile al Fantafestival di Roma nel 1990.

E' molto probabile che Un Minuto a Mezzanotte (Francia, 1989) sia il perfetto thriller natalizio.

Un babbo natale ovviamente pazzo e sanguinario decide di fare visita a Thomas, bambino prodigio della tecnologia multimediale che gioca a fare la guerra in un reggia multimilionaria controllando trappole, passaggi segreti e telecamere a circuito chiuso; come potete intuire il piccolo Thomas non veste i panni della solita vittima sprovveduta che possiamo trovare in Black Christmas o in Silent Night. Proprio no.
Questo fanciullo gira per la casa conciato a metà tra John Rambo e il maggiore Dutch Schaefer con tanto di coltello di plastica, fionda, fucile ad aria compressa, freccette, granate fatte coi petardi ed un telecomando tuttofare. Sono cazzi amarissimi.



Un film tanto bello quanto intelligente e al contempo tanto ingenuo quanto splendidamente efficace. La prima metà della pellicola, dove si fugge dal pazzoide
per i meandri della casa, sfrutta tutto il meglio del linguaggio cinematografico accumulato da Murnau in avanti. Il ritmo e le idee scenografiche tolgono il fiato e ci preparano alla discesa in picchiata della seconda metà, dove la reazione sofferta, tesa e drammatica del piccolo Thomas corre lungo una serie di trovate che divertono, stupiscono e ci fanno saltare sulla poltrona.



Non credo esista niente di accostabile ad una pellicola come questa, è come fondere assieme i Goonies, i momenti buoni di Mamma ho Perso l'Aereo e Halloween ma tenendo presente che si tratta di un film francese.
Il piccolo protagonista Alain Lalanne è semplicemente un fenomeno, quando la macchina da presa non ha altro da mostrare deve solo concentrarsi su di lui mentre si guarda intorno, sgrana gli occhi, piagnucola, riflette e si autocarica con una personalità incredibile. Anche babbo natale spacca notevolmente il culo ed è il centro di tanti highlight della pellicola come quando si colora barba e capelli di bianco con un ghigno preoccupante, o quando disintegra una telecamera a colpi di Les Paul (perla assoluta).

Il merito di un qualsiasi film Cult è soprattutto quello di avere momenti unici ed indimenticabili, Un Minuto a Mezzanotte ne è pieno fino a scoppiare.
Una figata. La punta di diamante del b-cinema anni '80.

"Come fai a sapere che Babbo Natale esiste? Il suo scheletro non è mai stato ritrovato..."

Ninja Assassin!

26.11.09

Signore e signori: la tamarrata dell'anno!

Trailer Ufficiale Italiano



Ma la vera delizia è la clip esclusiva di Ign.com, vietata ai minori.


La katana lanciata contro il cranio dell'avversario ed il frammento conclusivo della lavatrice hanno la capacità di elevare il nostro spirito verso un'apoteosi di piacere già conosciuta e consolidata ma che di rado siamo portati a raggiungere.

Per fare un paragone, è un pò quello che ci accade di fronte alla Head in Toilet Anal Scene dell'indimenticabile Rocco Siffredi, seppure quest'ultima non utilizzi tutta quella dannata CGI...
troppa
CGI...
che anche in questo caso rischia di esserci più grafica che film.
Ed è un rischio molto concreto. Infatti un odore di marcio ha intaccato le diverse recensioni sul web e si evince con facilità che un'altra potenziale buona pellicola è stata irrimediabilmente rovinata.
Cazzo.

Il sito ufficiale di Ninja Assassin qui
, qualche news supplementare qui e la stroncatura di RT qui.

Il Trans in croce...(approfondimento)

25.11.09
"Così, tanto per dire la mia..."

Il miglior giallo "made in Italy" del momento, come non parlarne?
C'è tutto, ma proprio tutto, tanto che un qualsiasi giallista d'italia potrebbe ricavarne il best seller del secolo. Due morti "sospette", di cui la prima ricordo essere quella del pusher-"pappone" Gianguarino Cafasso, legate da un evidentissima fune collaborativa e non solo. Due cellulari svaniti "magicamente" nel nulla più oscuro. Un portatile scioccamente "affogato" nell'acqua e dulcis in fundo una lista di nomi "importanti" che ondeggia minacciosa nell'etere transessuale.
Di contorno, ovviamente, uno share che implora pietà dagli abusi mediatici incentrati sulla vicenda. Da "Porta a Porta" a "Matrix". Da "Mattino Cinque", con ospite Eva Robbins, a "Il fatto del giorno" con Vladimir Luxuria.
Insomma, un team di "esperti" di tutto rispetto (viva il sarcasmo!) pronto a svelare anche il più piccolo retroscena che si ciela dietro la morte del Trans Brenda e del suo pappone. Perchè Brenda non era un Trans qualsiasi, no! Era il trans di Marrazzo. Era il trans che ha fatto tremare i pilastri del buoncostume e della moralità italiana. Lei (o lui?) e il suo fido cellulare nascondevano più segreti del Pentagono e dell'Area 51 messi in sieme. Potevano forse sopravvivere nell'omertà più rigida e nell'anonimato? No.
Allora che succede? Il trans viene messo in croce, si aprono spiragli verso le più ardite cospirazioni. La comunità dei viados trema e la massa accorre in difesa di queste povere "vittime".
Eh già, perchè è di vittime che si stà parlando. Padri di famiglia che abbandonano le favelas più criminose con due palle di silicone impiantate nel petto per fuggire laddove la transessualità attira il potente e i soldi. Uomini che una volta raggiunto il loro scopo tornano da dove sono venuti per recuperare la loro vita con un pò più di ottimismo e qualche "dindo" in più in tasca.
Un pò come fecero i "nostri" ad inizio secolo, solo che a suo tempo il silicone era lontano e i calli sulle mani valevano più delle dimensioni dei gioielli di famiglia.
Ma tutto questo poco importa...perchè è morto un trans, un uomo. Ed altri come lui temono il (o i) "Jack the ripper" del momento, il vendicatore di quella moralità che è andata persa per sempre con un cellulare che forse è già stato dato alle fiamme.
E' una storia vecchia, tanto da ricondurci al "bruto" manzoniano. Qualcuno "la fa" e qualcun'altro ci mette la "toppa", ovviamente il come è a discrezione dell'utenza.


Requiescat in pace.

Count Vikernes

23.11.09

Sempre meno assassino, sempre più personaggio.

Riporto alcune perle dal sito ufficiale di Varg Vikernes, cioè Burzum. Il musicista norvegese responsabile del famoso assassinio di Øystein Aarseth, chitarrista e fondatore della band Mayhem, tra le capostipiti del movimento black metal. Insomma se state leggendo questo blog sapete benissimo di cosa si sta parlando.


Prendete carta e penna:


"As You might already know, my dear ladies and gentlemen, and other individuals too, I am no friend of the modern so-called Black Metal culture. It is a tasteless, low-brow parody of Norwegian so-called Black Metal anno 1991-1992, and if it was up to me it would meet its dishonourable end as soon as possible.
However, rather than abandon my own music, only because others have soiled its name by claiming to have something in common with it, I will stick to it.
The "black metallers" will probably continue to "get loaded", "get high", and in all other manners too behave like the stereotypical Negro; they will probably continue to get foreign tribal tattoos, dress, walk, talk, look and act like homosexuals, and so forth. Some of the "black metallers", their fans and accomplices will probably even continue to pretend - and actually believe - they have something in common with Burzum, but let me assure You; they don't! I play what can be described as some sort of metal music, all right, and they do too, but the similarities ends there. Freud wrote books. Tolkien wrote books. The similarities ends there."


"Out of pure spite we pretty much always said the opposite of what the other said, no matter what they said, only to mark distance. That's how we ended up calling ourselves Satanists, despite the fact that we absolutely were not. There was not a single Satanist in the whole Black Metal scene in Norway in 1991 - 92. We called ourselves Satanists because in general, Death Metal musicians often were so very socially responsible and highly negative to Satanism.
I emphasized to the Court that I was not, that I had never been and I never would be a Satanist, but this was of course not a detail reporters wanted to disclose to the Norwegian people. They wanted me to be a Satanist, and thus they presented me as a Satanist. The milieu was quite simply Satanic because of the media's focus on Satanism."



"I can not regret that I took the life of one who would kill me. I was threatened by his plans, but it was never my plan to kill.

All people can kill. But there is less chance that I will kill again, because I've been in that situation before, and so I know better how to tackle it. It is not possible to know how to behave in threatening situations before you even end up in such a situation yourself. Had I been in the same situation today, I would have contacted the police first. People make simple choices at a young age. There was a certain tone in the environment I was in. It is not good to be careless, it's dangerous. "


"I've never been a Nazi, and I'm not one now. It is crazy to say that I have started racist propaganda groups. If you are opposed by the prison, you can become frustrated, aggressive and impressionable of other communities. What I did was a rebellion against those who I feel have treated me badly. It was just stupid, but there and then it felt right. You can be quite alone if you're isolated all the time, and so many people are against you.
But I have my positions clear. I see that it's going to hell with this country - and I try not to be pulled down by it. This is not Norway. We are about to be replaced by strangers, both culturally, religiously and genetically speaking. Take a look at our population today, and compare it with that we had 50 years ago."


"Int: Are you racist?
Yes. But I hate no one. Hate is irrational. I am a rational person. "



Mi sta troppo simpatico. Giuro. Sono ad un passo dalla stima verso questo personaggio.

Oggi che i vari Lavey, Manson e Crowley non scaricano più le loro influenze per metà demenziali e per metà innegabilmente illuminate sulla realtà conosciuta, sapere che Varg è libero di aprire il proprio ego a noi comuni stronzetti mi mette addosso un grande estusiasmo. Una carica fortissima. Una vera e propria agitazione che, pensa un pò, prima che uscisse di galera sono sicuro di non aver mai provato...

I'tagliani gente dotta? [Aggiornamento]

20.11.09

Dovere di cronaca.
Il fatto che io abbia consigliato la lettura di ben tre fumetti ("
dai, è un fumetto, non parlarne come se fosse una cosa... chessò, un libro!") ad altrettanti colleghi più anziani di me ha destato un certo scalpore. Inoltre, come potete constatare dallo scorso post, il Pinocchio di Ausonia (fumetto che io adoro) era stato "rifiutato" dalle mie cavie e lasciato sulla scrivania.

Ebbene qualcosa s'è mosso.
Solo contento di annunciare che un dipendente più giovane (trent'enne, bolognese, casinaro e simpaticissimo) se l'è accaparrato e gustato tutto in una sera fornendo responsi molto positivi nonostante "sia un pò macabro, non proprio il mio genere...".

Questo fatto un pò di amarezza me l'ha portata via.

Nel frattempo non resta che attendere la fine dell'esperimento con la lettura di Batman e Jonah Martini promessa per questo week end.


SI-PUO'-FAREEEEEEEE

Brenda è morta


Ed il bilancio del caso Marrazzo raggiunge le due vittime di quota. Leggete qui.


Stiamo entrando di prepotenza in un classico giallo all'italiana, dove l'effetto domino di assassinii logicamente correlati traccia direzioni tanto affascinanti quanto misteriose per il prode ispettore o, meglio ancora, per il giornalista di turno; si sguazza senza meta precisa in un miscuglio di giochi di potere, denaro, sesso, perversioni ed orrendi segreti custoditi sotto alla pila dei cadaveri.

Perchè Brenda è stata uccisa?
Chi sarà la prossima vittima?
Ed il prossimo nome coinvolto?
Chi è sospettabile e chi no?
Come incastrare gli intoccabili? Come scagionare gli innocenti?
Ma come fanno a piacervi i trans porca miseria!?!?!?


Nel frattempo, voci non convalidate suggeriscono il coinvolgimento di alcuni membri del centro destra.


Un ottimo approfondimento sull'Italian Giallo: parte 1 e parte 2.

P.S. la cosa importante per ora è guarsi le spalle... ci siamo capiti... per ulteriori divagazioni seguite pure il tag Politica

Cesare, ti aspettiamo

19.11.09

Le porte della nazione sono spalancate per il tuo arrivo.

(tra l'altro la faccia è uguale...)

Link: Corriere della Sera, Aiviter e Tecniche di Tortura Medievali.

Bloody Thursday...


Ad un tratto, rileggendo accuratamente il post sulla Meyer, capisco che qualcosa è andato storto.
Sento di dovervi delle scuse.
Sento di dover giustizia ad un argomento che, per rabbia, è sfociato nella "retorica banale", offuscando il motivo primo che mi ha ispirato a sfoderare la spada in difesa dell'universo vampiristico.
Fortunatamente non è mai troppo tardi per rimediare.

Analizzando il fenomeno dell'abusivismo del cliché vampirico è d'uopo porsi preventivamente una serie di domande lecite, tipo:

  • "Perchè sono diventati così tanto banali"?
  • "Dov'è sfociata la vena nobile, raffinata, sanguinaria e sadica che li ha caratterizzati da due secoli a questa parte?".
  • "Perchè il vampiro ha perso tutto tranne la capacità di cuccare?".
Rispondere a raffica sarebbe un suicidio, ma anche un omicidio. Pertanto è cosa buona e giusta partire dalle origini analizzando la figura massima, il "paziente zero" per antonomasia, creata da Stoker.
Quando si parla di Vampiri in termini romantici si tende a vestirli con gli abiti migliori, Stoker in questo fu maestro oltre che pioniere. In "Dracula" l'elemento romantico che troneggia sulla vicenda valorizza e caratterizza il personaggio a tal punto che "l'illecito diventa lecito". Sentimenti come rabbia, vendetta e invidia vengono automaticamente giustificati dal lettore che li reintepreta come mezzi utili e indispensabili per il raggiungimento di uno scopo. Il Dracula di Stoker è un personaggio avido, invidioso e non solo. Egli si mette in testa di essere sfidato e non si placa fino a quando non sente ripagato l'affronto. Si potebbe dire che egli strumetalizza a tal punto il romanticismo tanto da utilizzarlo come arma. L'amore diventa uno strumento di vendetta e la scia di sangue che si lascia alle spalle un manto di petali che coronano la sua vittoria.
In definitiva si potrebbe dire che il romanticismo di Stoker ha contaminato come la migliore delle maledizioni la letteratura e il cinema degli anni a venire che si sono dedicati al tema.
Il vampiro è caduto presto nel vortice del cliché, preda di reinterpretazioni e sconvolgimenti fini a se stessi...o al "vil denaro".
Sono diventati meno astuti e più animali. Sono diventati immuni alla maggior parte delle armi date a disposizione dei comuni mortali. Il sole non li scalfisce anzi..."li bacia" perchè sono belli, pure troppo. Il vampiro è un bello e dannato comune, interpretato da qualche attore "belloccio" che tira la massa e i peli di f**a.
C'è comunque da riconoscergli il merito di non essersi sottratti al loro dovere: succhiano ancora il sangue, mordono (quando gli è concesso!) e nella migliore delle ipotesi pianificano astute vendette per saziare il loro ego.
Resta comunque il fatto che sono vittime della loro natura e di avidi scrittori (scrittrici!).
Sul modello analizzato nel post della Meyer, quello di Twilight, vorrei portare alla vostra attenzione un film di vampiri che reputo essere "sui generis" per molti motivi eppure nel contempo molto efficace.
L'immagine d'apertura del post (per chi non lo sapesse) è presa da "The Hunger", che in italia è passato come "Miriam si sveglia a mezzanotte". Un cast di "fuoriclasse" del calibro di
Catherine Deneuve, David Bowie, Susan Sarandon e Willem Dafoe. Una fotografia magistralmente gestita dal duo Stephen Goldblatt e Hugh Johnson. Una vicenda crepuscolare, filtrata attraverso il tema dell' "amore eterno" che risulta essere fragile e finito anche per l'essere immortale. Perchè nella magistrale rivisitazione del tema vampiresco di Whitley Strieber anche la vecchiaia, e quindi la morte, possono colpire chi per natura non è costretto a temerla.
Un ritratto del vampiro "di classe", affascinate, sensuale ed elegnate che nel contempo conserva e rispetta l'elemento letale che costituisce la loro natura diabolica. Dei vampiri che non hanno nulla a che vedere con il modello Stokeriano o Nosferatu, tendenzialmente più prossimi al modello "reiciano". Comunque l'esempio massimo di stravolgimento del modello classico operato con coscienza di causa e massimo rispetto. Quello, in sostanza, che non è applicato ai giorni odierni a discapito dell'oltremodo allarmante romanticismo "facile" e spaventosamente immediato.
Un film che apre le porte ad una meditazione profonda sul sentiero che è stato intrapreso da molti autori e che molto probabilmente porterà all'estinzione della razza più nobile e sanguinaria che corona da secoli i nostri peggiori incubi (o forse migliori).

Meditate gente...meditate.

P.S.
L'illuminazione la dedico al mio fido compagno di Blog.

Malatté t'à fàtt

18.11.09

...che tradotto dal dialetto Piacentino suona come "maledetto chi ti ha fatto".

Perchè dovrei prendermela con i genitori di Stephenie Morgan Meyer? Per quanto ne so il Padre può (poteva?) essere un fan estremo di Stoker, Max Schreck, Bela Lugosi e Christopher Lee. Probabilmente Il signor Steve Meyer si dilettava ad intrattenere la figlia con racconti e film sui vampiri nel vano tentativo di trasmetterle un pò di quell'amore innato per il genere.
Effettivamente se da un lato mi riservo questo lecito dubbio da un altro rinnovo l'insulto per questa scrittrice di "frassino".
Eh già. Perchè la cara Stephenie non solo ha contribuito a contaminare (per non dire infangare) il genere letterario contribuendo, con le sue opere, a fomentare una piaga romanzesca adolescenziale altamente involutiva (un pò come ha fatto Moccia per intenderci!) ma ha anche dato il colpo di grazia all'universo vampiresco che già soffriva di un abusivismo cronico-pestilenziale.
Pensateci bene! I Vampiri sono diventati " IL clichè dei clichè "(perdonate il gioco di parole) , anche perchè vendono sempre, sono facili da gestire, calzano bene con l'elemento "romantico" introdotto da Stoker e, soprattutto, fanno impazzire le ragazzine.
Ed è proprio su questo punto che il "genio creativo" (o commerciale?) della Meyer ha iniziato a fermentare a scapito del tradizionalismo.
Grazie a lei, infatti, oggi ci ritroviamo con vampiri bellocci e avvenenti (mica quelli di "30 giorni di buio" o di "Dal tramonto all'alba"..nooo, non sia mai!), che al sole sbarluccicano come degli alberi di natale e che amano..."annusare ma non toccare".
Grazie alla Signora Meyer i nostri cinema sono sommersi da una moltitudine di "ragazzine in calore" (e non solo!) che bramano avidamente davanti all'ingresso (un pò come in Dawn of the Dead di Romero) la "romanticata" d.o.c.
Qualcuno ha detto, giustificandosi :

"
x chi è un'inguaribile romantica..guarda quel film solo ed esclusivamente x guardare l'amore impossibile tra 2 mondi impossibili o persone.. tutto qui.."

..ingnorando che, con molta probabilità, in scenari come Palestina e Israele è possibile scorgere storie analoghe senza dover per forza di cose peschare l'elemento "vampiro".
In definitiva...oggi esce New Moon (secondo capitolo della saga introdotta da Twilight). Il mondo probabilmente tremerà, a cominciare da suoi pilastri. Se avete in programma di andare a vedere dei film fatti come DIO comanda (tipo UP, Nemico Pubblico e simili) è meglio se lasciate smaltire la "bolgia" di ormoni femminili in subbuglio.
Per quanto mi riguarda questa giornata è da affrontarsi con la fascia nera sul braccio. Perchè oggi, 18/11/2009, muore per la seconda volta il cinema horror d'autore....con una bel palo di frassino nel cuore.

Grazie Signora Meyer.

Il Genio con i chiodi negli occhi....

Era ora...cazzo!

Nella fattispecie del caso (meglio dire dell'evento!) mi sento in dovere di rubare all'esimio professore Henry Jones Jr la storica frase "...dovrebbe stare in un museo" per applicarla nel contesto di un recente traguardo raggiunto da un grandissimo
regista, visionario, scrittore e punto di riferimento indiscusso del "cinema gotico" di questo secolo, parlo ovviamente di quel geniaccio di Tim Burton.
Da poco, infatti, a New York è stata inaugurata una mostra, ospitata dal MOMA (Museum Of Modern Art ndr.), dedicata alle opere del grande genio visionario. L'evento consentirà ai fortunati visitatori di ammirare le opere grafiche del regista (dai bozzetti preparatori delle sue grandissime realizzazioni cinematografiche come
Edward Mani di Forbice ai disegni per le storie brevi di Morte Malinconica del Bambino Ostrica e altre storie ) partendo dai primissimi lavori concepiti quando ancora militava all'istituto d'arte di Los Angeles.
Una mostra a tutto tondo interamente dedicata ad un artista della pellicola e non solo.
Insomma, il detto "
dare a Cesare quel che è di Cesare" calza a pennello nel contesto. Soprattutto per un artista che non è mai sceso a compromessi nell'impresa di condividere col mondo i prodotti esclusivi della sua oltremodo florida creatività.
Un grande omaggio per una grande mente.

Complimenti Tim!






I'tagliani gente dotta?

17.11.09

Esperimento.

Dopo varie discussioni e litigate coi miei collegi di lavoro su Dan Brown e le sue "opere" (per le quali personalmente auspico un rogo al'Opernplatz di Berlino, per motivi di livello artistico, non di censura), ho deciso in uno slancio eorico ai limiti del seppuku di portare loro un pò di "illuminazione letteraria" per mano dei seguenti 3 titoli:



1) Jonah Martini (Crippa, Buscaglia): che ho passato a quel collega convinto che Il Codice Da Vinci contenga verità sconvolgenti, inedite ed incomprensibili fuori dalla cerchia di pochissimi eletti (cerchia di cui fanno parte tutte le casalinghe dello stivale, le commesse dei centri commerciali, le segretarie...); una storia che sicuramente non può far cambiare idea ma che indubbiamente indica la direzione giusta cui la narrativa tutta, stampata o a nuvolette, deve tendere quando si immerge nell'argomento della religione cristiana.
Un eccellente brevimano della "soluzione finale" che sarebbe idealmente rappresentata da un Cherudek di Evangelisti.



2) Batman, La Setta (Starlin, Wrightson & Wray): stigrancazzi. Fondamentalmente me lo sono portato dietro perchè è la lettura più placidamente vicina a The Wicker Man (quello di Hardy!) che ho in casa; e se devi fare una anti-danbraunata l'uomo di vimini è un'arma molto efficace.
Comunque la Gotham City e Wayne stesso trascinati nel vortice della violenza da un culto sotterraneo sono gli ingredienti di una storia di pipistrelli avvincente e perfetta. Incomparabile. La mia preferita.
Come sono monotono...

L'ultima, rullo di tamburi.



3) Pinocchio, storia di un bambino (Ausonia): "e se la fiaba del burattino fosse essa stessa una bugia? rileggendola al contrario se ne ricava un messaggio che spinge alla rivolta". Sono le note sul retro. Qui si cala l'asso. In questa situazione l'obbiettivo del volume è abbattere le pareti basso-populiste del "ah, ma tanto oggi è impossibile scrivere una storia nuova, puoi solo copiare, solo dèn braun ce l'ha fatta, caro lui..." e contemporaneamente de "il nuovo Pinocchio della rai è troppo bello perchè il grillo parlante lo fa la Littizzetto! Altro che Manfredi...".
Che è un pò come se uno ti pesta un piede per sbaglio e tu gli fai ingoiare del C-14.
Ho deciso di giocare duro portando una storia corrosiva, che ti arriva dritto al cuore sfracellandoti lo sterno. Perchè questo Pinocchio è un'opera che mette alla prova, che fa crescere la rabbia e il disagio verso tutto ciò che ci circonda.
Dopo averlo letto la prima volta ho vissuto almeno una settimana nell'odio più feroce per il prossimo. No jockin'.

Essì, combatto il piattume piccolo-borghese con tre fumetti, nessuna scusa, volevo fare il figo. E volevo farlo bene.

Due parole sul campione utilizzato: tre uomini sulla quarantina, di inquadramento professionale e reddito medio alti, istruzione di livello universitario, sposati con famiglia, senza particolari hobby o passioni sportive/culturali ad eccezione del campionato di calcio, politicamente schierati a sinistra per ammissione spontanea.


Ecco i risultati di questi consigli alla lettura, titolo per titolo, registrati all'atto della cessione dei volumi, in pausa caffè:

1) Jonah Martini viene accettato senza lamentele, complice un aspetto pulito che ricorda il fumetto italiano della vecchia scuola. Il fatto che sia ambientato in Italia e che racconti l'indagine di un miracolo fa sorridere. Ed'è un gesto di approvazione. Il danbrounite se lo porta via senza indugi. Andata!

2) Batman, La Setta (nella recentissima ristampa di Panorama, col cazzo che porto fuori casa l'originale...) risveglia l'adolescente che c'è in tutti noi. Io stesso, guardandolo di sfuggita coricato sul sedile passeggero, sentivo il volante trasformarsi in un joypad della play-uno. Ma è una magia che si infrange non appena il volume viene sfogliato:
"minchia, non ho mai visto tanto sangue in una storia di Batman!"
"ma... guardate, è veramente cupo, ma che storia è? Io mi ricordo che Batman faceva ridere!" (sic)
"'mazza quanto parlano, ma non scazzottano mai?" (il contrasto con l'affermazione sopra denota uno stato confusionale nei soggetti)
"ohi ma è lungo... lo devo leggere proprio tutto!?" (La Setta non va oltre le 180 pagine)
Tutto sommato queste dichiarazioni vengono oscurate dalla curiosità ed il volume se lo accaparra un dirigente, "quello simpatico" per la precisione, tra il ridacchiare del pubblico femminile. E due!

3) Il disastro. La sola copertina di Pinocchio mette in moto subdoli processi di autodifesa negli emisferi cerebrali dell'ultimo candidato:
"ah, ecco dove l'ha copiato: il silenzio dei cosi! dove c'è quel tizio che prende le grassone e le cuce assieme, sì!"
"ma... ma... è Frankenstein!" (a questa non ho saputo ribattere...)
Il delirio massimo però viene raggiunto aprendo il volume. Giuro, sapevo che il Pinocchio di Ausonia non era roba per tutti ma, cazzarola, questo no:
"Greg devi spiegarmi come fai a leggere questa roba, tu hai dei problemi..."
"maccheschifo gli escono i vermi dal naso?" (!?!?!?!?!?)
"e poi è fatto male, guarda, prima è un bimbo, poi è un grassone e nella pagina dopo è ancora un bimbo... questo qui non sa mica disegnare!" (Denbraun non utilizza il flashback, si capisce)
"ma perchè il gatto e la volpe invece sono disegnati bene, eh? Perchè? Perchè?"
"manoooooooooo lo sbudellano anche maddai, mi viene da vomitare!"
"no no non farmelo vedere che io con queste cose m'impressiono..." (una collega fugge dall'area ristoro)
"ma insomma come si fa a scrivere delle robe così? guarda che Pinocchio è una storia per bambini!" (doppio sic)
"egguarda che io leggevo dylan dog da giovane ma queste cose proprio non sono belle, no" (triplo sic)

A questo punto vado per gradi, spiego che sul retro del volume c'è scritto il perchè della storia (la frase riportata precedentemente) e che questo vada come minimo considerato, che la storia stessa è "capovolta", Pinocchio qui è di carne e tutti gli altri sono burattini, che questo espediente serve all'autore per contestualizzare la storia classica nelle problematiche socio-individuali di oggi, che nemmeno il Pinocchio originale è esattamente una storia all'acqua di rose o per fanciulli, che il contenuto grafico è "forte" per esigenza comunicativa. Che anche il dipinto più famoso di Picasso, porco giuda, è La Guernica e descrive un fatto di sangue, una strage sanguinosa ma che bisogna fare distinzione fra il significante dei corpi dilaniati ed il significato di denuncia contro la guerra; cerco anche di fare una connessione dicendo che i corpi orrendi e grotteschi del fumetto non sono lì per spaventarci, fanno da punto focale in cui riconoscere messaggi di falsità nei comportamenti che viviamo tutti i giorni...

Ma questa gran pompa ha lo stesso effetto di quando ne Il Declino dell'Impero Americano irrompe in salotto quello sfigato di Mario che, una volta accortosi che non si stava orgiando ma discorrendo di massimi sistemi, se ne torna da dov'è venuto assieme alla sua ignoranza, insultando tutti i presenti.
Quindi vengo mandato a cagare e lasciato lì, con la copia di Pinocchio a farmi compagnia. E' ANCORA qui da parte a me a farmi compagnia, la voce intanto si è sparsa in ufficio e qualche impiegata viene in pellegrinaggio per fare due smorfie alla copertina "cattiva".


Che dire. Sottolineo che nessuno dei tre volumi è stato ancora letto dal campione, si è trattato solo di una sfogliata veloce. Non resta che aspettare e registrare gli esiti delle letture "accettate". Nel frattempo mi lavo di dosso l'amarezza.

Potrei aggiungere qualsiasi altro pensiero a riguardo, fra i tanti suggeriti da altri lettori "diversi", come me.
Che non bisogna dare perle ai porci.
Che i blockbuster, i best-seller e la classifica di TV Sorrisi e Canzoni servono laddove la cultura viva e pulsante non riesce ad entrare.
Ma preferisco chiudere così:
"The human race has civilized itself, it's a miracle"
R.Waters


Irreversibile...



I più arguti "cinemaniaci" non avranno problemi ad associare il titolo del post alla pellicola di Gaspar Noé del 2002, con Monica Bellucci e Vincent Cassel.
Quasi certamente, gli stessi arguti, verranno a capo del paradigma che si cela dietro ad un titolo che non ha la benché minima intenzione di introdurre una recensione cinematografica...bensì l'ennesimo fatto di cronaca nera che ha coronato la nostra triste penisola.

Il cliché della "ricerca moderna della sessualità" giovanile si è nuovamente consumato tra il sangue, lo sperma e il pianto.
Nel Foggiano un gruppo di ragazzi, di età comprese tra i 14 e i 16 anni hanno condotto con l'inganno in un capannone una ragazzina di 14 anni al fine di saggiare la loro "virilità" in sboccio attraverso l'uso della violenza.
Uno stupro di gruppo, l'ennesimo. Una violenza organizzata, premeditata, ignobilmente concepita sulla base di istinti repressi che spesso avvolgono e offuscano come un manto nero la mente dei giovani. Quando la masturbazione non appaga la cuorisità derivante da un istinto animale, primordiale, i "rampolli del domani" rimediano con la forza, con la violenza.
Perchè è questa la situazione che alleggia sui nostri capi chini. Eppure troviamo ancora il coraggio di stupirci, di meravigliarci, di sorprenderci increduli nei confronti di una realtà che neghiamo costantemente. I "puer" sono malati, questa è la realtà. Vivono allo stato brado, come animali. Si affidano agli istinti accantonando la legge della "causa-effetto" nel ripostiglio più oscuro dell'anima.
E tutto quel che resta è sangue, sperma e lacrime.


Questa è la realtà. Collezioniamo i biglietti per un "mondo di merda" ogni giorno...mettendoli da parte per le generazioni che verranno.

Si vive solo due volte....

16.11.09

Se sulla vostra console è apparso di recente questo messaggio avete ben poco da fare...siete stati B-A-N-N-A-T-I.
Potete dire addio alla vostra Gamertag, "ciao ciao" al vostro Gamerscore e "arrivederci" al Live...ovviamente ammesso che vogliate comprarvi una nuova console e rifarvi un nuovo abbonamento, s'intende.
O forse no?
Sembra a dir poco impossibile ma a quanto pare esisterebbe un modo per "rianimare" la vostra 360 bannata grazie ad una procedura poco ortodossa.
Le istruzioni le trovate qui...il resto dipende dalla vostra abilità e pazienza.



Fonte: Gizmodo.it

La Più Interessante Notizia del Mese


"DIVENTA COLLAUDATORE DUREX.
Sarai protagonista Durex per 1 anno e potrai vincere un viaggio da collaudatore."



No, non sto scherzando. Correte.




Con un approccio di marketing come questo Durex Italia, appartenente al gruppo SSL Healthcare, si può fregiare del titolo di azienda meno italiana di tutto lo stivale.

Con buona pace degli adepti di papa Ratzinger...




Get in on!

TRANS-formers.....(provaci ancora Nicole)



Il "trasformismo interpretativo" è una dote essenzialmente necessaria nell'universo cinematografico...si sa.
Più che una dote lo definirei un dono.
Un dono che consente all'attore di rinnovarsi costantemente nelle pluricromatiche vesti che coronano questo universo in bilico tra il reale e il fantastico.
Di tanto in tanto assistiamo a trasformazioni necessariamente radicali. Cito, ad esempio, il caso di "
Monster" (2003) dove la bellissima Charlize Theron dovette rinunciare alla sua induscussa e affermata bellezza per interpretare il ruolo della "brutta" Aileen Wuornos.
Stessa storia (ma diversa sostanza) per l'altrettanto bella
Nicole Kidman nei panni di Virginia Woolf in "The Hours" (2002).
In ambo i casi il "trasformismo", meglio dire "la rinuncia della tanto ammirata e invidiata bellezza", condusse le due attrici talentuose sul palco degli Oscar per essere premiate come "migliori attrici protagoniste".
Un modo come un'altro per valorizzare l'impegno e il "sacrificio" derivante dal talento interpretativo...o forse un plauso sordo dedicato alla corgaggiosa rinuncia di una virtù naturale?
Lasciando ai posteri l'ardua sentenza mi accingo a presentarvi l'ennesima dimostrazione di "coraggio" che, con molta probabilità , non passerà inosservata anche a questo giro.

Nicole ci riprova ancora. La bella Nicole che "
..non era sazia giammai - di nulla" torna a stupire, annunciando il suo prossimo ruolo nel film "The Danish Girl" dove interpreterà la storia vera di....un Trans.
Entrando nello specifico il film tratterà della vita del pittore Danese Einar Mogens Wegener
(1882 - 1931), meglio conosciuto come Lili Elbe, ovvero uno dei primi transessuali ,operati, della storia.
La Kidman ha dato pochi accenni sulla sua prossima interpretazione "nostrana", sicuramente le più interessanti sono le seguenti:

-"
Non so ancora cosa voglia dire essere uomo..."
- "
dovrò pensare a come trasformarmi in uomo, almeno per la prima parte del film. Ma è ancora troppo presto per pensarci."

Ed è forse ancora troppo presto per immaginarsela nel ruolo.
In definitiva la "trans-mania" dilaga a tutto spiano a mò di Tsnunami. Prepariamoci a isterismi di massa, dibattiti, convention e a nuove rivelazioni.
Nel mentre attendo che
Rocco Siffredi venga convocato per interpretare il ruolo del "Rinoceronte" nel film dedicato alla storia vera del caso Marrazzo.

Amen.

Ed il Bonelli se ne va...



Dichiarazione di Sergio Bonelli Editore su Lucca Comics & Games, fresca da comicsblog.it:

“Non vendo albi in fiera. Vengo solo ad omaggiare i miei lettori della presenza degli autori ed ero più contento quando capivo che il pubblico veniva per i fumetti… Se penso al pubblico dei primi due giorni, 40mila persone, credo che 30mila vengano per festeggiare il loro carnevale, e solo 10mila per i fumetti. Per questo credo, come casa editrice, di non venire più. Perché è diventata una manifestazione diversa: i fumetti rimangono schiacciati dal resto. Anche la presenza dei professionisti è bassa, anche perché con i mezzi di comunicazione di oggi certi incontri e conoscenze avvengono in altri posti…”


Notiziona, cazzo.


Voglio essere chiaro, lo stand Bonelli non è mai stato esattamente il più esaltante della fiera lucchese. Un tavolo di 4 metri cui siedono a turno una manciata di autori. Roba che o vai pazzo esattamente per quel fumettaro lì oppure passi, guardi e ti rituffi nel resto della bolgia consumistica. Se cerchi carta stampata su cui sfogare il nerdismo, meglio andare altrove. Difatti così succede allo stand Bonelli, si fermano gli hard core fans, tutti gli altri passano oltre.

Sottolineo che se questo attenggiamento non è dei migliori ai fini di cassa, è sicuramente condivisibile e rispettabile per non dire "politicamente corretto" tanto verso il lettore Bonelli quanto verso tutti gli altri.
DEVE essere così, perchè il buon Sergio non vende ma celebra, omaggia. Presenzia col suo staff come tributo verso i lettori. E' una scelta sua, una scelta coerente. Tanto di cappello.

Ecco perchè mi sento di riformulare con la mano sul cuore le seguenti affermazioni:

Ero più contento quando capivo che il pubblico veniva per i fumetti.

Eravamo in due, probabilmente anche di più.

Se penso al pubblico dei primi due giorni, 40mila persone, credo che 30mila vengano per festeggiare il loro carnevale.
Oltre ad essere il più grande editore della storia d'Italia, hai anche il dono di saper usare le parole giuste. In questo caso CARNEVALE.

I fumetti rimangono schiacciati dal resto. Conseguenza di quanto detto sopra, non condivido in pieno ma di fatto la presenza del Fumetto perde valore.

Anche perché con i mezzi di comunicazione di oggi certi incontri e conoscenze avvengono in altri posti. Oltre ad essere il più grande editore della storia d'Italia ed a possedere il dono di saper usare le parole giuste, hai anche una capacità di lettura del mercato invidiabile ed un carattere esemplare.


Aggiungo che se tutti gli editori fossero un pelino più come Bonelli sarebbe un mondo migliore, in ogni luogo, in ogni fiera.

Amen

Prendere l'arte e metterla da parte....

13.11.09


Il grandissimo storico dell'arte Federico Zeri un tempo disse che l'arte "non può essere morta" e che la stessa "non morira mai".
In contrapposizione il suo discepolo più famoso, Vittorio Sgarbi, ribatté con un sonora replica sentenziosa, "l'arte è morta".
Malgrado il contemporaneo vanti delle brillanti produzioni, mirabilmente audaci, resto comunque propenso nel dare il mio personalissimo assenso alla constatazione di Sgarbi.
Perchè l'arte è veramente morta...e vi spiego il perché.



Prendiamo ad esempio questo "dipinto". Nulla di eccessivamente originale, eppure ha una sua forza. Qualcuno potrebbe osare qualche piccolo riferimento a Munch, o all'espressionismo "nordico". Qualcuno sarebbe anche disposto a pagare per un estro così intensamente virtuoso pubblicato, tra l'altro, sulla copertina del "The New Yorker" (ergo, mica merda!).
Del resto nessuno potrebbe negare la validità della tela...sempre che di "tela" si stia parlando.
Eh già.
Perchè il prodotto che vi ho riportato non è altro che un accumulo di pixell sprigionato da - rullo di tamburi - un'applicazione per I-Phone.
Si, avete capito bene.
Quell' "aggeggio diabolico tutto fare" , che tra le tante cose ricordo essere in primis un telefono (per chi se lo fosse dimenticato!) ora si è convertito anche in "tela digitale" per soddisfare le esigenze artistiche dei pittori anche quando non sono a "portata di tela".
Che la costante evoluzione della grafica "pixellosa", prima o poi, avrebbe sostituito gli strumenti convenzionali in uso da secoli dai pittori lo si poteva immaginare. Si poteva altresì dedurre che l'arte avrebbe trovato infiniti sbocchi espressivi pur di sopravvivere. Eppure resto sconcertato di fronte a cotanto abuso della macchina a discapito del talento.
Sarà perchè sono romanticamente nostalgico...ma quel che vedo alla fine del tunnel è solo un mini-monolito nero di 11x 5,5 cm che ci renderà tutti schiavi dell'inespressività.

La Volpe Shakespiriana

Non sono un fan di Megan Fox come attrice o come personaggio.
Per tutto il resto non si può dire che non sia un figone atomico.

Ma poi ho visto questo.



Magari non vuol dire proprio niente.
Ma una ragazza nata nell'86, che si trova la lingua del pianeta terra appiccicata agli alluci (...) per evidenti successi cinematografici e per attributi fisici fuori dal comune, non ti puoi proprio aspettare che sia una persona dotata di acume o di gusto letterario.
Non riesci proprio a credere che possa essere una persona esemplare, punto.

Esemplare, sì.
Perchè è una questione di esempi.

Vivamo circondati da ragazzette che idolatrano i peggio contributi al mondo conosciuto e, appena possibile, se ne fanno un marchio:

Le frasi mistico adolescenziali di Baricco.
I pensieri di Paul Coelho, da lumaca al cervello.
I non-pensieri di Vasco.
I lucchetti di Moccia. Alle sinapsi. Per i quali non esiste la chiave.
Le strofe degli U2 quando va bene, quelle di Eminem quando va così così, quelle di Tiziano Ferro quando è già un miracolo se la bimba sa leggere...

A questo punto scoprire una frase di Re Lear sulla schiena della Fox porta a riflessioni ottimistiche sul futuro del genere umano.
Forse c'è ancora una possibilità di non diventare una massa ignorante di batteri entro il prossimo millennio.


Basta fare i figli solo con la Fox o perlomeno con quelle come lei!



[Finale con risata triste e sarcastica tipo Vincent Price in "Thriller" o, se preferite, amara e deridente. Come Re Lear verso le farfalle dorate]

Don Zauker: Santo Subito

12.11.09

Quando hai finalmente capito che questo fumetto non è stato scritto per far ridere, che non è una delle leggendarie pagine de Il Vernacoliere, sarai a poco meno di metà. Ti conviene finire di leggere con calma.

Fatti scivolare via di dosso l'effetto di un'atmosfera un pò greve e dei passaggi drammatici da neo-realismo disturbato. Dopo qualche giorno, con tutta calma, riprendi in mano il volume e renditi conto di che fumettone cupo e corrosivo ci ha fatto dono il duo Caluri e Pagani (nonstante i 12 euri eh...).

Bello e grandioso. Ottimo tentativo di spiegare le origini del prete più stonzolo d'Italia.


E la copertina di Carnevale è il solito orgasmo multiplo.

Link utili:Qui e qui

No More Rototom!


Il più grande festival reggae d'Europa è stato calciato fuori dai confini italiani grazie all’articolo 79 della legge Fini-Giovanardi con l'accusa di agevolazione all'uso di sostanze stupefacenti. La probabile location per il 2010 è Barcellona, un posto dove qualche tonnellata di maria in più non potrà di certo impensierire i matusa e il governo.

Go-go-go-governo

Qui e qui per qualche notiziuola più dettagliata.

Che dire di mio? Non voglio mica fare un post bacchettone ma...
Il problema di eventi "artistico-culturali" (ci sarebbe da usare la muraglia cinese come virgolette) come il Rototom è che la musica è soltanto un alibi per mettere in piedi l'ennesimo rave. Ed è un alibi meno che inconsistente perchè al Rototom si suona soprattutto règghe. Anzi, E' un festival wreghì.
E il ruegghie non è musica.


L'esistenza di questi eventi è un fatto veramente ridicolo ed offensivo verso la musica, quella vera, l'Arte. Cioè la classica, il jazz, il rock, l'elettronica, il pop d'autore, quella roba lì.

Quella che ha fatto la storia, che cambiato il mondo ed il suo modo di percepire se stesso un pò di volte negli ultimi 800-900 anni. Quella di cui il ruàga non fa parte. Di cui non farà mai parte neanche sotto invito ufficiale, nemmeno in forma di cortesia.

L'agevolazione all'uso di droghe? E' una fregnaccia del cazzo, perchè la maria te la fumi praticamente dove ti pare e con le dosi che ti pare. Perchè di Stefano Cucchi ce n'è uno ogni 500 anni, per fortuna. Di solito in carcere vengono ammazzati criminali scomodi e pericolosi, quelli veri, non i tossici della domenica.
E' tutta una vaccata che qui e ora rischia di condurci verso un discorso soggettivo sulle droghe leggere, sul proibizionismo ignorante, sul liberalismo mongoloide... di questo non voglio parlare.

Dicevo, l'affare della Fini-Giovanardi è una roba da matusa. Quel che importa è che tra una bacchettata e l'altra abbia compiuto un piccolo passo verso l'abolizione del movimento ruògai e un grande passo per l'umanità.


Le celebrazioni della narcosi di massa
trascinata dal delirio per il controtempo in levare sincopato fatevele
fuori
dai
coglioni!

Mi dispiace per la reazione che avranno certi miei amichetti molto affezionati alla manifestazione, ora dovranno pagarsi il biglietto aereo. Mi dispiace perchè, in quanto miei amici, vorrei non avessero mai delusioni nella vita.


Per tutto il resto sono troppo contento.
FOTTUTAMENTE contento.
Sono in condizioni che tipo ho aperto la porta di casa e trovo la mia ragazza che si diverte in mezzo a Belladonna e a Rebecca Linares.

Go-go-go-governo