Questo blog genera un impatto sociale minore di zero!

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"Everybody must die!" A farewell to Ingrid Pitt

26.11.10
























Ingrid Pitt (Ingoushka Petrov), 21 November 1937 – 23 November 2010


Rappresenterai per sempre la cosa più bella ed incantevole che sia mai apparsa in un film dell'orrore.

A noi mortali non rimane che continuare ad ammirarti, per sempre.




Filmografia orrorifica essenziale:

- The House that Dripped Blood (1970), gustoso film ad episodi della Amicus

- The Vampire Lovers (1970), capolavoro della Hammer, tratto dal racconto Carmilla di LeFanu, che ha di fatto proiettato la Pitt nell'empireo delle horror queen e rappresenta la massima espressione del sublime e della sensualità nel cinema vampirico

- Countess Dracula (1970), interessante horror gotico, sempre della Hammer, dove Ingrid si cala con la sua infinita grazia nel ruolo della contessa Bathory

- The Wicker Man (1973), il film non necessita presentazioni, purtroppo la Pitt viene relegata ad un ruolo minore (ma questo non le impedisce di comparire nuda, eh...)



Per tutti quanti, affinchè possiate ammirare il fascino e la sensualità spiazzante di questa icona dell'horror che fu, ho postato il capolavoro del compianto regista Roy Ward Barker, anch'egli scomparso in tempi recentissimi.




The Vampire Lovers












































































Requiescat in Pacem


Come ci si sente a vivere nel terrore?

16.11.10

Chiedetelo a lui, o meglio...chiedetelo alla scorta che deve parargli il culo 24h su 24.
Ieri sera a Vieni Via con Me, trasmissione Rai tristemente nota per le sue teorie fantapolitiche estremamente fuorvianti/diffamanti, Roberto Saviano ha proseguito la sua "aratura denigratoria" snocciolando, passo per passo, i sotterfugi filomafiosi che da anni usufruiscono della politica per eliminare i propri avversari.
Quel che sorprende, però, non è tanto la "giocata in casa" proposta da Saviano sui temi che l'hanno condannato ad una vita sotto scorta (e qui una bella analogia tra lo scrittore e i Boss della Mafia, che pur di conservare il loro potere si autoinfliggono una vita da reclusi, ci sta!) ma il cambio di rotta che l'ha condotto a discorrere della camorra e dell''ndrangheta a mò di vespaio che si è insinuato al nord e, più precisamente, delle implicazioni che queste due organizzazioni malavitose hanno con i partiti politici locali.
E a questo punto vien da chiedersi..."chi sarà mai finito sotto il grilletto dello spietato Saviano?". Ma la Lega, naturalmente.
Ora dimentichiamo per un attimo di essere prossimi alle urne. Dimentichiamo pure le tristi questioni che hanno prodotto una crepa nel governo. Dimentichiamo pure le origini di Saviano e i sentimenti politici che governano la RAI. Quel che resta è l'ennesima trasmissione inutile che sputa gratuitamente (e scorrettamente) veleno sui propri avversari eludendo a priori il diritto di replica di quest'ultimi.
L'unico pensiero che mi frulla in testa è un bel "che schifo" seguito da una profonda smorfia di disgusto.


E' vero, caro Saviano. L'italia è marcia perchè il nord è marcio. Lo si vede dalla qualità di ospiti che ha coronato la tua trasmissione...un politico corrotto che favorisce la famiglia della moglie e l'ultimo sopravvissuto di un ramo politico prossimo all'estinzione.
Complimenti, davvero.

[R.] Kinect...il controller è LUI!

15.11.10
L'uscita del Kinect è servita ad esorcizzare buona parte delle "paure" che misi in saccoccia dopo la visione del primo spot presentativo che fece uscire Microsoft più o meno sedici mesi fa.
Allora il Kinect era già un oggetto concreto, il design del prototipo era in perfetta sincronia con l'ultima revisione estetica della 360, mentre il nome provvisorio dell'hardware (Project Natal
n.d.r.) era l'unica, vera, sbavatura che rischiava di contaminare un sogno inquietantemente perfetto.
Eh già, perfetto. Un termine che allora pareva essere più che idoneo a classificare il mastodontico prodotto che Microsft aveva (ingiustificatamente?) messo in cantiere per noi. Un ibrido in grado di abbattere il muro che da sempre divide il mondo dei videogiocatori da quello del videogioco. Un muro che, fino a ieri, concedeva un Joystick analogico come unico spiraglio tra i due mondi. Un muro che grazie alla rivoluzionaria opera della Nintendo aveva già iniziato a cedere.
Sedici mesi fa lo spot apparso su You Tube intitolato "XBOX 360 - Project Natal" prometteva grandi cose:
-Una completa e tolale immersione nel gioco svincolata da qualsiasi controller e/o supporto alternativo dalle fattezze rettangolari (un UP per Sony).
-L'upload virtuale di oggetti di uso comune da utilizzare nei giochi dedicati.
-Il "ricalco virtuale" di qualsiasi azione prodotta dall'utente umano sull'avatar Xbox e non solo.
-Comandi manuali alla Minority Report.
-Comandi vocali.
-Videochat.
-Altre, sugose, opzioni non meglio specificate.

Amaro in fundus, la sintesi odierna di tante promesse avveniristiche è un prodotto che viaggia al 20 % delle proprie capacità.

Chiaro, al lancio non ci saremmo di certo aspettati un "Pai Mei" virtuale pronto a sfidarci in un duello di Kung Fu, ne uno Skynet per amico (l'ormai famoso MILO, nonchè l'oggetto delle "paure" menzionate nell'incipit della recensione), ne una perfetta scansione del nostro Skate in grado di eliminare le nostre dita sui lati della tavola, no. Non siamo mai arrivati a pretendere tanto, però qualcosa di più sofisticato di un avatar che fluttua sul terreno a mo' di fantasma...quello si.
Come ho già scritto, attualmente il Kinect è ancora in marcia sulla strada della sperimentazione e dell'adulazione. Basta buttare una rapida occhiata ai titoli in commercio per capire che il punto di partenza di questa tipologia di hardware è sempre una e una soltato...vale a dire lo SPORT. Definitela pure una "standardizzata/pluricollaudata dimostrazione di potere" se volete, quel che conta è che più in la dell'albero di mele edenistico piantato dalla Nintendo non si va.
Infatti, sulla punta del già menzionato albero troviamo le solite cose; il pugilato, il bowling e il tennis da tavolo. Di bonus abbiamo l'atletica leggera, il beach volley e il calcio (quest'ultimo molto interessante perchè mette in campo un arto che il controller ci aveva fatto dimenticare di avere...la gamba!). In Kinect Sport il tanto agognato "passo avanti di Microsoft" si avverte a malapena. Non tutte le azioni dinamiche vengono intercettate dall'occhio sempre vigile del Kinect e il difetto, a lungo andare, potrebbe rivelarsi frustrante. Nella boxe, ad esempio, i ganci spesso e volentieri si confonderanno ai jab e viceversa.

Ma la vera sorpresa (che, a conti fatti, non sorprende più di tanto) è il gioco in allegato al pacchetto Kinect...Kinect Adventures! Un titolo carino e fisicamente abbastanza impegnativo che come obbiettivo ha solo quello di segnare i confini dello spazio di gioco a vostra disposizione e, ovviamente, farvi sudare come dei maiali.
E restando in tema di "spazio di gioco" qualcosa di pesante da dire c'è. Ne serve tanto, troppo! La richiesta del Kinect è quasi discriminante e chi non può fruire di almeno un metro e mezzo abbondante di area utile dal televisore deve considerarsi tagliato fuori a priori. Spazio a parte anche la luce gioca un ruolo fondamentale. L'area di gioco dovrà essere ben illuminata, soprattutto se si vuole fruire dell'opzione "auto login dell'avatar" quando si "saluta" il Kinect.

Quindi, a conti fatti, vale davvero la pena spendere 150€ per questa web-cam dei miracoli?
Ni. Se da una parte il potenziale di miglioramento del Kinect è molto vasto e promettente dall'altra ci si scontra inevitabilmente con una "pretesa" molto forte. L'idea di dover abbandonare, in un futuro ipotetico, uno strumento così familiare come il controller non fa altro che alimentare i dubbi e le perplessità della "vecchia arma" dei videogiocatori che, posti di fronte ad un prodotto comunque estremamente affascinante, si trovano vincolati ad un'altro controller...più brutto.
Perchè sostanzialmente il Kinect non è altro che un controller alternativo. Lo slogan "il controller sei tu", oltre ad essere troppo frettoloso, non è che un modo fuorviante per farvi intendere erroneamente che tutto, d'ora in poi, è lecito. Purtroppo le limitazioni sono ancora tante, troppe. Se si vuole davvero scorgere una breccia evolutiva in questo affascinante prodotto bisognerà allestire un mare di aggiornamenti e un transatlantico carico di buone idee e chissà, magari un giorno...

MIO CANE!!!

8.11.10
(per la riproduzione sonora dell' imprecazione d'overture [v.titolo] si raccomanda una pronuncia veloce e urlata!)

E' slittato tragicamente al 2 Aprile 2011.

Vale a dire:
-Ancora cinque mesi di estenuante attesa prima di poter fottere i poteri a Flash.
-Quarantacinque €uri di pre-acquisto congelati nello sciacquone del cesso.
-Monotonia videoludica incombente.
-Uccisione della Lanterna Verde, con gesto di scherno in allegato, rimandata a tempi migliori.

Morale: Odio profondamente Steam e la SOE...ma almeno posso ancora godere della mia vita sociale/sentimentale ancora per un po'.

[R.] INCEPTION...



Recensire questo film, per me, è un po' come pagare una penitenza.
Perchè l'ho citato in lungo e in largo senza sapere di cosa stavo parlando. Perchè per un attimo (sicuramente in preda ad un disturbo sociopatico) ho OSATO dubitare del lavoro di Nolan. Perchè i sette anni dedicati al perfezionamento della sceneggiatura mi sono sempre sembrati una gran trovata pubblicitaria più che un vero e proprio atto di fede. Perchè l'odore della locandina sapeva troppo di Matrix Re-Reloaded. E dulcis in fundo...perchè Inception, a conti fatti, è DAVVERO un capolavoro senza intoppi.

Detto questo...la somma di qualsivoglia ulteriore "perchè" non potrebbe che portare ad una sola considerazione:

"recensire questo film è inutile."


Eh già. E' inutile per me, perchè rischierei seriamente di contaminare la bellezza e la magnificenza strutturale di questa pellicola, e per voi...perchè rischiereste di perdere per strada il gusto di scoprire qualcosa di VERAMENTE NUOVO. Scritto questo però, permettetemi di aggiungere una piccola nota.
Accantoniamo per un attimo il paradosso Dickiano e qualsiasi confronto fattibile con la produzione fantascientifica Hollywoodiana già archiviata, quel che resta è una visione complessa di uno degli aspetti più affascinanti dell'essere umano.
Il sogno, l'arte di esprimersi in tutta liberta all'interno di un mondo esente da qualsivoglia limite/regola. Un ambito così affascinante che sarebbe potuto risultare "riduttivo" o "comune" se quel genio di Nolan non avesse deciso di moltiplicarlo per tre (o per 4?) rendendolo ancor più intrigante di quanto la natura non l'abbia concepito.
Ed è proprio questo il pregio e il merito di Inception. Quello di aver abbattuto il muro del sogno per dare l'opportunità al "mondo avido" di scoprire un'ulteriore realtà oltre il varco dell'illusione.
L'illusione dell'illusione, il trionfo del mesmerismo, la caduta della morte e la svalutazione della carne. Follie filosofiche che possono essere narrate attraverso suoni, immagini e colori solo da una grande mente.
CONCLUSIONI: Nolan è un genio, ita est. E pure DiCaprio (tié).

VOTO 9 1/2, vale a dire ormai prossimi alla perfezione.


NINJA!


Visto per tre volte di fila...e continua a puzzare di "bufala".
Cattivo odore a parte, non possiamo non applaudire la performance di questo impavido motociclista Ninja.
Vedere per credere...


Meglio Ghèi che Nanni Moretti

5.11.10
Esci dal mio culo!



Penso che in questi giorni di celebrazione per il ciuìnema itagliuàno, dare un parere sia d'uopo.

San Remo

4.11.10



D'accordissimo su Bella Ciao e Giovinezza sullo stesso palco, nella stessa sera, cantate in contemporanea dallo stesso coro, con le voci all'unisono.

Ma allora anche il Padre Nostro affiancato da un Inno a Satana. Per par condicio, ovvio.










Captain FAIL...

3.11.10


Tutina da moto a parte...caro Chris Evans, sai dove te lo devi mettere quello scudo, vero?
Come!? non lo sai? Beh, mò te lo diciamo noi! In puro stile cultista...

NEL CULO, DI TRAVERSO, PASSANDO DALL'ORECCHIO DESTRO!!!

P.S. meglio cambiare né!

PARCE QUE LE TEMPS DÉTRUIT TOUT....

2.11.10
("Love Is In Control" - di Marco Andreoletti e Christian G. Marra,
souls of Passenger Press)

Naturalmente vi sono molti modi per raccontare una storia. Il "problema", però, è che nessuno dei metodi investiti nell'orgia copulatoria mentale che precede il parto delle tanto agognate idee può essere bollato con l'etichetta di "non idoneo".
E allora che si fa? Si scrive, si disegna, ci si diverte, ci si incazza. Ci si serve da soli al bar delle "evocazioni" dove la nostra esperienza si fonde con le nostre passioni in un solo, grande, cocktail che come unica indicazione ha quella di dover essere "bevuto tutto d'un colpo"...possibilmente armati di tanta avidità e noncuranza.
Nel mentre lo scenario va letteralmente in frantumi. Bossoli ancora fumanti tintinnano sul terreno al pari di corpose gocce metalliche. La quiete corona una tempesta già consumata, il tempo è violentato da profonde digressioni che rallentano l'azione a favore dei dialoghi.
Il tempo, alla fine, distrugge tutto.
E sapete cosa? Love Is In Control è questo...e molto altro ancora. E' il Will & Grace del nuovo millennio, il "manga" che non vi è dato leggere al contrario, il sunto dell'action-pulp ormai in decadenza. E' Jazz-Metal suonato dalle onomatopee e cantato dai balloons. E' una prova (gratuita!) di un'elegante e meditata dimostrazione di potere.

Certo, la gratuità con la quale c'è stato servito questo gradevole cocktail potrebbe risultare, in un primo momento, spiazzante. Soprattutto quando si scopre che il "Passeggero Frankensteiniano" (bicefalo altamente creativo dotato di quattro coglioni fumanti!) è in realtà animato da una profonda sinergia arcana che lo rende in grado di realizzare l'impossibile.
Perchè è dell'impossibile che si sta parlando.
Un ragazzo alle prese con la sua prima sceneggiatura, impreparato, sfrontato (nel senso buono del termine, ovviamente!) e dotato di un bagaglio cultural-cinematografico elitario non idifferente è riuscito a gestire la ritmica, ma soprattutto il canto, di un'opera difficile da realizzare. Un'opera elitaria come i suoi gusti cinematografici e profonda come i rimandi che ha seminato lungo il percorso che corona la sua prima esperienza.
E che dire poi del suo complice grafico? Sorprendentemente arguto e geniale. Si destreggia in volteggi dinamici e sentiti come l'ultimo erede della famiglia Grayson. Ci lascia a bocca aperta con il suo modernismo visionario. Ci prende piacevolmente a schiaffi con la sua personalissima interpretazione del caos strutturale.
Insomma, lasciate che lo dica: "the Passenger strikes again"...e con i controcazzi pergiunta!

Per ora non posso fare altro che battere le mani. E continuerò a farlo...almeno finchè il magico duo non partorirà il secondo episodio (già annunciato!) di questa piacevole e affascinante avventura.

P.S. Pollice in su. Ammazzate quei fottuti leoni!