Questo blog genera un impatto sociale minore di zero!

------------------------------------------------------------------------------------------------------------

For Those about to Watch... Frankenstein!

16.1.10

Non sapevo che il post-moderno avesse 70 anni di età, giuro. Non ero al corrente che le colonne del revisionismo letterario e cinematografico avessero la radice zero in uno sconosciuto Universal Horror quale è Il Figlio di Frankenstein (1939).

Un'acuto svisceramento delle responsabilità che resero mostri la creatura ed il suo ideatore, secondo le vicende che madame Wollstonecraft ci narrò due secoli fa, apre la pellicola e la fa crescere per una via inedita ed affascinante. Allontana il risultato da quell'inevitabile svolgersi dei fatti che fa sprofondare qualsiasi altro sequel o rilettura della novella originale nell'inferno sulfureo dell'horror rated Z (come
La Moglie di Frankestein, che inspiegabilmente sembra aver fatto schifo solo a me). Quello che fa dire a tutti i tuoi amici "ma che palle i vecchi film dell'orrore...".

Hunting by numbers ecco gli attributi salienti della pellicola:
Una scenografia che è un trattato di magnitudo visiva, ampia, piacevole, da ristudiare mille volte. Campi lunghi, lunghissimi. Campi da calcio. Interrotti dalle linee oblique e dai parallelepipedi dell'espressionismo tedesco per la gioia delle sinapsi.
Una sceneggiatura intelligente, solida e pulita. Ti incolla allo schermo alla ricerca del dettaglio, che sia artistico o nerd-oriented poco importa. Tu rimani attaccato lì.
Un'intuizione troppo semplice per non essere considerata geniale, che rovescia la concezione Prometeica della creatura pur conservando intatta quella del creatore.
Una trinità infinitamente santa alla guida del cast: Basil Rathbone è il figlio del barone Frankenstein, Karloff è ovviamente The Monster (nonostante sia ancora spacciato per un essere enorme ma in realtà venga facilmente raggiunto da Ossoratto in altezza...), Lugosi è [ahah] un Ygor crudelissimo e fuori dalle orbite, peloso, coi denti affilati e l'osso del collo che sporge dai tessuti carnosi.
L'ispettore Krogh (Lionel Atwill, stigran...), quello col braccio sinistro di cartapesta...

Infatti! Esatto!

Il filmone di Brooks è preso all'80% da qui. Il viaggio in treno per arrivare nel posto di "come-si-chiama" al castello. L'abito di tafetà ("...caro!") della moglie di F. L'incontro fra il barone e l'ispettore con tanto di gara a freccette (appuntate sulla potesi e scagliate a casa di dio). La riunione degli anziani del paese, adirati per il ritorno della maledetta famiglia nel maledetto castello. Un Ygor (semplicemente "Igor" qui) padrone della vicenda, personaggio indimenticabile seppure non siano presenti i connotati comici perchè sostituiti degnamente da quelli macabri e da un aspetto ugualmente memorabile. Gene Wylder, scelto perchè quel naso e quei baffetti erano gli stessi di Rathbone.

Mancano la governante terrificante e la superpatata di Inga.
Purtroppo, anzi, per fortuna, le analogie con altre pellicole del mostro si interrompono qui.


Post-modernismo sì. Ma quando sei (probabilmente) l'esemplare zero nella storia del cinema non copi, riscrivi, non ripeti, reinventi.


Un nuovo percorso era stato tracciato e molti di noi ancora non lo sapevano.



"Your father made him. And Heinrich Frankenstein was your father, too!"
"Do you mean to imply then that... that is my brother?"
"(annuisce)... but his mother was lightning!"


0 commenti: