Questo blog genera un impatto sociale minore di zero!

------------------------------------------------------------------------------------------------------------

We shall keep a closer watch on our children

9.12.09
"But who will believe me? Who knows what it's like to be me? How I'm forced to act... how I must, must... don't want to, must! Don't want to, but must!"



Mi piace quando nell'analisi dei fatti di cronaca si evidenzia la componente umana cui tutto soggiace.

NON mi piace quando questa componente diventa alibi e si profila il rischio che l'organo giuridico allinei il proprio campo visivo a quello dell'organo di stampa, mettendo il fatto perseguibile in una posizione di importanza minore.
E' quello che sta accadendo nella maggior parte dei fatti di cronanca, dove le perizie, le super perizie, gli interrogatori ed i super-mega interrogatori annacquano i meccanismi della giustiza pur di non interrompere il flusso dei titoli di giornale.


Fatto sta che siamo arrivati a questo punto anche per i fatti di Pistoia.

Dal sito de La Stampa, Anna Laura Scudieri dichiara al gip:
«Sono depressa»
«Non ce la facevo più, dovevo cercare di portare avanti due asili, al mattino a Pistoia, al pomeriggio a Quarrata, decine di bambini, pratiche burocratiche, lavori e pulizie… era un lavoro più grande di me, mi sentivo stressata»
«Signor giudice, poco tempo fa ho perso due zii. Io vivo sola, ero molto legata a loro, per me è stato un dolore enorme»

Sig.na Scudieri, il mondo è fatto di persone ed altri esseri che nascono, altri che vivono, altri ancora che muoiono. E' una cosa nomale e che si ripete da diversi millenni.
Fra queste tre macrocategorie poi ce ne sono tantissme altre: i solitari, i disoccupati, gli indaffarati, quelli che sono felici, quelli che stanno male, quelli che pensano agli altri, quelli che si prendono cura dei più deboli e, pensa un pò, ci sono pure quelli che i più deboli li torturano... è un mondo vario e lei ha deciso di stare nel gruppetto sbagliato.
Per questo, sig.na, si cercherà di ricollocarla altrove, dove certi danni, siamo sicuri, potrà solo subirli.


L'interpretazione dei genitori:
«Soltanto una persona che odia i bambini può agire in questo modo»
«Nessuna delle due donne ha figli. Forse perché non li volevano. Ma se la rabbia fosse nata proprio dal desiderio non realizzato di avere un bambino?»

Non ho chi mi tromba quindi quel CHI lo odio, non ho bambini quindi LI odio, non ho la Porsche quindi rigo quella degli altri...
Certe volte è meglio non chiedersi spiegazioni. Molto meglio.


I vicini di casa di Anna Laura (ossantocielo...):
«La signora Scuderi? In tanti anni non ci siamo mai scambiati più che un saluto. No, non era scortese, ma sembrava terribilmente sola»
«Guardava sempre in basso»
«Di là dietro arrivava soltanto silenzio. Visite, amici? Mai sentito nulla»
«A volte la vedevamo alle sei di mattina che puliva, puliva. Ogni giorno spazzava il terrazzo. Poi via, era da poco passata l’alba che usciva per andare a lavorare»
«Quella donna ha l’ossessione della pulizia, della disciplina»

Mia mamma ha quasi sessant'anni, un marito e due figli, ha un lavoro in proprio abbastanza pesante a contatto col pubblico, ogni mattina si alza alle sei per pulire, stirare e fare la colazione, è una grandissima rompicazzo capace di rinfacciarti ogni sera di non esserti sistemato la camera o di aver lasciato la luce accesa; l'ordine per lei non è un'ossessione ma un credo.
Eppure non mi risulta abbia fatto violenza gratuita su alcuno, mai, pur incarnando un surrogato di disciplina militare.
Il problema vero è la qualità delle persone, non della solitudine, che al massimo ne è un risultato quando non una scelta e che, siamo seri, è un argomento inconsistente quando si parla di maltrattamenti.
La storia insegna che i solitari diventano sicuramente dei disadattati ma portano i nomi di Platone, Socrate, Schopenhauer, Nietzsche, Leonardo Da Vinci, Leopardi, Beethoven... ecco.
Quegli altri un pò più sfigati sono finiti in questa canzone della Pausini, senza colpo ferire.


I famigliari di Elena Pesce:
«Abbiamo saputo la notizia guardando da Internet, è stato uno choc»
«Una ragazza normale, con un compagno. Una persona che si dedica anima e corpo al lavoro… dieci, dodici ore al giorno»
«Se fosse vero per noi sarebbe un dolore enorme, ma Elena non è tipo da fare male a un bambino»

Un problema di qualità appunto. Però questi potevate avvisarli poveretti, una telefonata magari. Nel frattempo potrebbero anche fare un salto sul tubo.


Qualche ora fa la Scudieri ha espresso il minimo sindacale nei riguardi delle piccole vittime e dei loro genitori:
«Perdonatemi, ma sto male, ho bisogno di essere curata»

Solitaria, depressa, stressata, addolorata e pure banale.
In relatà è sufficiente una sola parola: colpevole.







Eppure potrei anche sbagliarmi. In quanto cultista, infatti, ho la presunzione di vedere le cose un pò più chiare rispetto a come sono realmente.
Ma in sincerità non sono in grado di trovare una conciliazione delle due parti, che sono la realtà dei fatti e quella delle condizioni in cui si sviluppano.
E' un dilemma già conosciuto ma per me totalmente insanabile.
Infine mi torna in mente questa scena, seguite con attenzione:






Di fronte ai meccanismi della giustizia, l'uomo comune è vincolato e paga per i suoi gesti, il mostro no.
Come possiamo difendere i nostri bambini da questo?


P.S. le imputate stanno rischiando da 1 a 5 anni di reclusione per maltrattamenti sui minori... da uno a cinque anni, cioè la fascia di età delle loro vittime.

0 commenti: