Questo blog genera un impatto sociale minore di zero!
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Inculata [quasi] Stellare
26.7.10
Insomma, mi mancano neppure due settimane al tanto meritato spanzamento estivo e capita che il gruppo multinazionale per il quale lavoro da ormai 2 anni finisca nelle tasche di un altro gruppo multinazionale ancora più cattivo, più grosso, più ricco, più inquinante e, ancora peggio, più inglese.
E, pensa te, non posso neanche lamentarmi che è colpa di questa crisi abominevole, ma talmente abominevole, che ieri notte l'Adriatica sembrava la Love Parade ma senza morti o pasticche e con gallerie più larghe.
E' che semplicemente i loro 4 gentlemen biondoni sono andati di fronte ai nostri 4 gentlemen biondoni e, tra uno sputo di tabacco e l'altro, gli hanno mollato un gruzzolo di 3 miliardini; immaginatevi che facce si sono fatti. Il risultato è che ora viaggio su una nave sotto assedio, dove la probabilità di finire a fare la passeggiata con salto giù dal ponte non è delle più elevate ma si assapora comunque la sgradevole sensazione di non essere più seduti al tavolo di casa propria. Tutto qua.
Ecco che lo svacco ad energia solare programmato per agosto diventa un viaggio dentro a una dimensione onirica, un'ermo colle, un'ora d'aria.
Appunto, giacchè il video di qualche muflone sbiadito che recita il Leopardi non mi sembra proprio il massimo in chiusura, vi saluto su quest'altri versi, che di recente sono tornati sulla bocca e sulle orecchie di tanti, e vi abbandono alla spensierata compagnia del fido Red.
Brindate alla mia oscura sorte.
[Il Cultista Enigmista]
14.7.10
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Di polemiche ridicole e sante parole
12.7.10
Prenderei volentieri in prestito il Dott. Rasputin per descrivere in breve la nostra posizione sulla recente polemica che sta punzecchiando alcune fra le donzelle acide del fumetto italiano. Anzi, in barba a qualsiasi norma di diritto d'autore imbavagliato dal DDL PD(L) AC/DC sepolto sotto le macerie dei festini romani politi-coca-trans di regime, lo faccio. E di gusto.
Ciò parrebbe tutto fuorchè coerente da parte mia, vista la personale et quotidiana et fastidiosa partecipazione a diversi blog autoriali dello scarpone; invece non lo è. Perchè di base il fumetto italiano ospita da diversi anni una buona serie di cervelli notevoli delle nuvolette che arricchiscono con gaudio il mio tempo libero e, quando gira bene, si comportano addirittura come se esistesse un'autentica scena fumettara italiana a mò della Los Angeles glam di fine anni '80. Ci si diverte, ci si sollazza, allora perchè non rompere il c... perchè non parteciparvi!?!?!?
E cerca cerca, sopra a questa coltre di puttanate autoriali fatte sui blog autoriali per autori autoriali m'è capitato di scovare questa intervista al semper lodandi et sanctissimi Maurizio Rosenzweig (e no, non c'è il link al blog, perchè non c'è il blog!). Autore fra i mei preferiti di sempre [sotto con google, dai!], persona iper simpatica nonchè enormemente acculturata e di gusti finissimi (*trad. superfan dei Kiss).
Vi rimetto il link dellintervista, se ve lo siete persi, eccolo.
Letta?
Bene.
Qui un'opinione mi sento di darla ed è la seguente:
Bibbia.
Vangelo.
Necronomicon.
Raccolta di Poe.
Punto.
E la coerenza col fatto che l'autore di codesto blog che state leggendo scrive, per l'appunto, su un blog? C'è tutta.
Perchè IT'S ALL IN THE REFLEXES ha esattamente il peso e la dignità che ogni spazio self made del web 2.0 dovrebbe avere. Meno che nullo. Negativo.
Leggetevi il sottotitolo.
Questo spazio mediatico è stato creato per perdere una marea di tempo e non guadagnarci un cazzo. E' scritto male ed in totale estemporaneità. Rovina in costruzione, nasce (e muore) settimanalmente per aiutare noi due adepti del fancul(t)ismo no limits a sigillare le nostre idee del cazzo fuori dal mondo reale affinchè non lo inquinino; si sa mai che servano a distrarre qualche rifiuto umano come noi o come voi, che state leggendo.
Sic transit gloria mundi.
Per tutto il resto ci appelliamo alla divina parola di Rosenzwieg e a quella di altre anime dannate come lui.
Fhtagn!
Ciò parrebbe tutto fuorchè coerente da parte mia, vista la personale et quotidiana et fastidiosa partecipazione a diversi blog autoriali dello scarpone; invece non lo è. Perchè di base il fumetto italiano ospita da diversi anni una buona serie di cervelli notevoli delle nuvolette che arricchiscono con gaudio il mio tempo libero e, quando gira bene, si comportano addirittura come se esistesse un'autentica scena fumettara italiana a mò della Los Angeles glam di fine anni '80. Ci si diverte, ci si sollazza, allora perchè non rompere il c... perchè non parteciparvi!?!?!?
E cerca cerca, sopra a questa coltre di puttanate autoriali fatte sui blog autoriali per autori autoriali m'è capitato di scovare questa intervista al semper lodandi et sanctissimi Maurizio Rosenzweig (e no, non c'è il link al blog, perchè non c'è il blog!). Autore fra i mei preferiti di sempre [sotto con google, dai!], persona iper simpatica nonchè enormemente acculturata e di gusti finissimi (*trad. superfan dei Kiss).
Vi rimetto il link dellintervista, se ve lo siete persi, eccolo.
Letta?
Bene.
Qui un'opinione mi sento di darla ed è la seguente:
la penso come Rosenzweig.
Bibbia.
Vangelo.
Necronomicon.
Raccolta di Poe.
Punto.
Foto di Maurizio Rosenzweig (all'inizio non volevo metterla perchè non è che aiuti tantissimo la digestione ma poi ho pensato che, insomma, ci poteva stare)
E la coerenza col fatto che l'autore di codesto blog che state leggendo scrive, per l'appunto, su un blog? C'è tutta.
Perchè IT'S ALL IN THE REFLEXES ha esattamente il peso e la dignità che ogni spazio self made del web 2.0 dovrebbe avere. Meno che nullo. Negativo.
Leggetevi il sottotitolo.
Questo spazio mediatico è stato creato per perdere una marea di tempo e non guadagnarci un cazzo. E' scritto male ed in totale estemporaneità. Rovina in costruzione, nasce (e muore) settimanalmente per aiutare noi due adepti del fancul(t)ismo no limits a sigillare le nostre idee del cazzo fuori dal mondo reale affinchè non lo inquinino; si sa mai che servano a distrarre qualche rifiuto umano come noi o come voi, che state leggendo.
Sic transit gloria mundi.
Per tutto il resto ci appelliamo alla divina parola di Rosenzwieg e a quella di altre anime dannate come lui.
Fhtagn!
STUCK!
5.7.10
Era domenica 4 Luglio 2010 e la cosa più idiota da fare con quel caldo orrendo era indubbiamente chiudersi in salotto per gustarsi una pellicola del mio genere preferito.
Però voglio dire, è il 2000. Neonato secolo in cui una cine-cariatide del passato recente ed un qualsiasi ragazzino che preferisca reggere una telecamera anzichè farsi in vena riescono, con facilità imbarazzante, a tuffarsi in budget milionari di secuelz, froci in calzamaglia, rimeics e franciaisings.
Quindi, perchè cazzo mi è saltato in mente di vedere un film del 2007!?!?
Eheh. Perchè io le cine-cariatidi le stimo e a buon diritto. Infatti dalla marea nera emerge fierissimo il capoccione di Stuart Gordon con un film di serie B costruito con un'efficacia comunicativa da serie A ma che vuole rimanere inchiodato alla nicchia, alla gloria, alla visione pomeridiana con birra. [diogatto, la compagnia di produzione si chiama Amicus, AMICUS, chiaro?]
Stuck è un horror di autentica denuncia sociale, rappresentazione estrema dell'alienamento morale e della devastazione fisica sprigionate nella discesa lungo scala di Maslow e contemporaneamente nella sua risalita.
Ripeto: Denuncia Autentica.
Ed è così che Gordon si guadagna l'invito ufficiale alla tavolata del pensiero intellettualoide MA solo per sedersi a capo tavola e mandare tutti i conviviali a quel paese. Perchè Stuck è l'automobile pirata che non rallenta e non si ferma. Una pellicola che non si autocompiace, non scade in moralismi idioti, non si crogiola nell'usuale ed insopportabile "critica alla borghesia".
E' tutto lineare e pragmatico, niente fumo.
Neppure Mena Suvari può commettere errori indossando l'inedita maschera di una neo-trentenne mentecatta della working class moderna, tutta casa, lavoro e pasticche; abbandonata al suo fascino naturale riesce ad arraparci anche in quei goffi abitoni da infermiera. Perfino l'attore (co-protagonista?) negro-vigliacco-pusher-gangsta fa molto molto MOLTO di più di qualsiasi altro negro-vigliacco-pusher-gangsta che abbia provato ad interpretare l'antieroe furbetto in codesti film.
Per tutto il resto c'è Stephen Rea, incastrato nel parabrezza di una famigliare.
Ecco. Stuck è un horror moderno e non c'è da stupirsene.
Stuck (Stuart Gordon) TRAILER - The most amazing home videos are here
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