Le tastiere degli Astra sono cazzi giganteschi e noi siamo umide vagine liceali. I cori degli Astra sono nuclei incandescenti e noi siamo particelle di idrogeno pronte alla conversione. Le canzoni degli Astra sono il passato che ritorna abbattendo le porte del futuro e noi siamo l'umanità disperata che accoglie il messaggio piangendo e spalancando le braccia.
Diversi tromboni da stadio potrebbero lamentarsi perchè quel motivo di synth assomiglia troppo a Circus, quella linea vocale e quell'arpeggio ricordano troppo da vicino Echoes, quel climax è legato a doppio filo con la progressione melodica di Epitaph, quella strofa odora di un prog oscuro e fumoso che omaggia all'eccesso i defunti Cressida, Indian Summer, Still Life...
A costoro direi di aprire gli occhi. Perchè un tributo così autentico, genuino e significativo nei confronti della golden age della musica contemporanea è esattamente ciò di cui l'umanità tutta sentiva il bisogno.
Una consistenza artistica d'altri tempi, una qualità che si accosta senza fatica ai numi tutelari pur nell'ingenuità di un collettivo giovane, proveniente da San Diego CA (!!!), e che forse non si renderà mai conto di quanto in alto è riuscito ad arrivare registrando questi 60 minuti di puro furore progressivo.
Siamo fra le vette storiche.
Abbattute le colonne del tempo a colpi di Arp Odyssey, nell'anno 2009, il progressive è tornato.
Voto: 10
Highlights: The Weirdings, Ouroboros, Beyond To Slight The Maze
ANCESTORS - Of Sound Mind (Tee Pee Records)
Li avevamo lasciati in balia di uno sludge psichedelico molto ricco e personale. Ora tornano con una gemma progressive dai colori opachi ma dalla bellezza cristallina.
Per farla breve, hanno abbassato le chitarre di un paio di tacche e hanno fatto salire sul podio le tastiere. Cosa buona e giusta. Sacrosanta.
Il sound di questo album è un tripudio di calore e pienezza, con quell'organo che ti entra nel cranio passando dalle budella. Carico di feeling, frequenze profonde e perforanti, groove tentacolari. E poi c'è quel bassista lì che tira avanti i pezzi con la carica di un ibrido Wetton-Cornick allevato alla corte del Re Cremisi. Una furia, anch'egli padrone di un suono ampio e valvolare.
Of Sound Mind è una di quelle "cose che succedono" quando una band con gli attributi imbocca la strada giusta. Non è solo il suono a beneficiare ma anche le idee, gli arrangiamenti, l'espressività. Del doom rimane la potenza e l'ariosità mentre le canzoni si accorciano, si affilano, eppure non tolgono lo spazio a cavalcate strumentali che, se non possono mettere in risalto una grandissima tecnica, accendono tutti i riflettori sul feeling e la qualità delle composizioni.
Un album che sta sopra la media perfino negli intermezzi di synth.
Grandissimi.
Voto: 9,5
Highlight: The Ambrose Law
MAGMA - Emehntehtt Re (Seventh Records)
...
Sono emozionato e non so da dove cominciare. Perchè ho già scritto di questa uscita.
Però so come concludere.
L'ultima fatica dei Magma è l'ennesima dichiarazione di una poetica musicale dove ogni battito ed ogni nota sottendono a qualcosa di più elevato, ancestrale, divino. E' l'altra faccia della medaglia che il precedente K.A. ha fatto scintillare a suo tempo. Tanto marziale ed incalzante quest'ultimo, quanto etereo ed orchestrale Emehntehtt Re.
L'opera si snoda dall'innesco dalla magnifica Hhai, già proposta nella leggendaria esecuzione del Live (1975), col suo emozionante cantato in crescendo. Dopodichè prende il sopravvento l'anima Wagneriana della band, alla quale il tappeto d'avanguardia jazz della sezione ritmica fa da base melmosa e ribollente. Un percorso dall'alba all'oscurità, dove l'eroe Kohntarkosz attraversa un dedalo di immagini grandiose e tremende.
E' l'ennesima conferma. L'ennesimo capolavoro. L'ennesima libidine.
Non c'è altro da aggiungere. Perchè non c'è nulla di nuovo.
Se non la sopresa nel constatare quanto il progetto Magma sappia confermarsi superiore a tutto il resto. Nonostante utilizzi idee che il divino Vander concepì quasi quarant'anni fa.
Voto: 10
Highlights: Emehntehtt Re pt. II, Emehntehtt Re pt. IV
0 commenti:
Posta un commento