Almeno stavolta impegnamoci a vedere questo episodio di cronaca per quello che è. Cioè il gesto di un malato mentale.
Mica grave eh, però è assodato che il tizio là sia fuori cotenna, da un decennio circa.
In origine, la grandezza di questo post era misurabile in chilogrammi e sostanzialmente diceva questo:
Prendiamo atto che abbiamo assistito alla reazione di una persona disturbata e archiviamo il caso. Punto.
La cosa più stupida da fare ora è dividersi nelle solite flotte di pecoroni.
Sarebbe un comportamento da autentici "sprovveduti", perchè si sa che al matto bisogna fare sì con la testa e poi isolarlo, in modo che non faccia danni. E' il comportamento più serio e responsabile che si possa tenere in questi casi.
Isoliamo la faccenda dalle digestioni della stampa politica, trattiamola come un outsider e leviamocela dalle palle.
E' un messaggio rivolto a tutti i reali e potenziali fautori del delirio mediatico.La cosa più stupida da fare ora è dividersi nelle solite flotte di pecoroni.
Sarebbe un comportamento da autentici "sprovveduti", perchè si sa che al matto bisogna fare sì con la testa e poi isolarlo, in modo che non faccia danni. E' il comportamento più serio e responsabile che si possa tenere in questi casi.
Isoliamo la faccenda dalle digestioni della stampa politica, trattiamola come un outsider e leviamocela dalle palle.
A quei gruppi editoriali che ora stanno camminando con le chiappe rasenti al muro.
Ai quelli che declamano sui volumi e i toni del presente, come se l'Italia fosse un'autoradio.
Al gregge di facebook, da ieri sera in continua eiaculazione contro lo schermo dei pc.
Ai blog e le webzine "Travaglio style", indaffarati nelle proprie apoteosi di fantapolitica distopica.
Fornire colpevoli e chiavi di lettura sociopolitiche al gesto di quel mattacchione di Tartaglia equivale a schierarsi con quegli ominidi che additano Marilyn Manson per la strage della Columbine School, incolpano i videogame per la deliquenza minorile e il "c'ha le ghiandole" per la diffusione dell'obesità.
Interpretare il lancio della statuetta come un comune segno di squilibrio non è solo la scelta più rapida ed intelligente, si tratta di realtà. E' un fatto di poco conto, da annotare e mettere da parte.
Anche perchè è già successo che il burlone di turno tentasse di colpire Silvio alla testa, credo fosse nel 2007. Un omone si avvicina e gli molla un buffetto con un trepiede della macchina fotografica, o qualcosa di simile.
Sticazzi. Ma ricordo che non se ne parlò per più di 36 ore, la stampa dedicò titoli poco impegnati ed il pueblo non si dimenò come un'anguilla.
Certo s'era trattato di un gesto timido e all'epoca non c'erano la crisi, le puttane, le minorenni partenopee, i pentiti atomici, i dossier rotanti, il Lodo Alfano... la discesa nell'oblio è stata molto facile.
Ora dobbiamo essere più avveduti. E la volete la chicca?
Mettere l'etichetta CAZZATA sui fatti di domenica, e di conseguenza quella di CAZZONE in fronte a chi vi sbrocca sopra, ci consente di avere le spalle coperte nei confronti dell'ulteriore onda gelata che, partendo dal web, travolgerà a breve i media "tradizionali". Cioè la voce che la vicenda sia una montatura.
Secondo la tribù dei diversamente informati questa fotosequenza dovrebbe dimostrare che ferite lacerocontuse e volto sanguinante sono un fake.
Vi dirò che questo non mi interessa e neppure dovrebbe interessare ai più svegli fra di voi. Perchè archivieremo questo episodio e ce ne ricorderemo al massimo come si fa per il matto del paese quando si arrampicava nudo sugli alberi del viale.
In barba a chi pensa il contrario, il nostro è l'atteggiamento più socialmente evoluto e più furbo che si possa tenere. Se il fatto che oggi hanno analizzato tutti i giornali fosse autentico, sarebbe soltanto la cazzata di un pazzo e ignorandolo avremmo fatto la cosa giusta. Se fosse tutta una montatura, tanto meglio, non ci saremmo fatti fregare.
Non saremo mai come quei poveri stronzi là fuori, che stimolano la propria libido di fronte a questa faccia qui:
P.S. per questo mese basta cronaca, a breve ricominceremo a discutere di sane cazzate.
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