L'uscita del Kinect è servita ad esorcizzare buona parte delle "paure" che misi in saccoccia dopo la visione del primo spot presentativo che fece uscire Microsoft più o meno sedici mesi fa.
Allora il Kinect era già un oggetto concreto, il design del prototipo era in perfetta sincronia con l'ultima revisione estetica della 360, mentre il nome provvisorio dell'hardware (Project Natal n.d.r.) era l'unica, vera, sbavatura che rischiava di contaminare un sogno inquietantemente perfetto.
Eh già, perfetto. Un termine che allora pareva essere più che idoneo a classificare il mastodontico prodotto che Microsft aveva (ingiustificatamente?) messo in cantiere per noi. Un ibrido in grado di abbattere il muro che da sempre divide il mondo dei videogiocatori da quello del videogioco. Un muro che, fino a ieri, concedeva un Joystick analogico come unico spiraglio tra i due mondi. Un muro che grazie alla rivoluzionaria opera della Nintendo aveva già iniziato a cedere.
Sedici mesi fa lo spot apparso su You Tube intitolato "XBOX 360 - Project Natal" prometteva grandi cose:
-Una completa e tolale immersione nel gioco svincolata da qualsiasi controller e/o supporto alternativo dalle fattezze rettangolari (un UP per Sony).
-L'upload virtuale di oggetti di uso comune da utilizzare nei giochi dedicati.
-Il "ricalco virtuale" di qualsiasi azione prodotta dall'utente umano sull'avatar Xbox e non solo.
-Comandi manuali alla Minority Report.
-Comandi vocali.
-Videochat.
-Altre, sugose, opzioni non meglio specificate.
Amaro in fundus, la sintesi odierna di tante promesse avveniristiche è un prodotto che viaggia al 20 % delle proprie capacità.
Chiaro, al lancio non ci saremmo di certo aspettati un "Pai Mei" virtuale pronto a sfidarci in un duello di Kung Fu, ne uno Skynet per amico (l'ormai famoso MILO, nonchè l'oggetto delle "paure" menzionate nell'incipit della recensione), ne una perfetta scansione del nostro Skate in grado di eliminare le nostre dita sui lati della tavola, no. Non siamo mai arrivati a pretendere tanto, però qualcosa di più sofisticato di un avatar che fluttua sul terreno a mo' di fantasma...quello si.
Come ho già scritto, attualmente il Kinect è ancora in marcia sulla strada della sperimentazione e dell'adulazione. Basta buttare una rapida occhiata ai titoli in commercio per capire che il punto di partenza di questa tipologia di hardware è sempre una e una soltato...vale a dire lo SPORT. Definitela pure una "standardizzata/pluricollaudata dimostrazione di potere" se volete, quel che conta è che più in la dell'albero di mele edenistico piantato dalla Nintendo non si va.
Infatti, sulla punta del già menzionato albero troviamo le solite cose; il pugilato, il bowling e il tennis da tavolo. Di bonus abbiamo l'atletica leggera, il beach volley e il calcio (quest'ultimo molto interessante perchè mette in campo un arto che il controller ci aveva fatto dimenticare di avere...la gamba!). In Kinect Sport il tanto agognato "passo avanti di Microsoft" si avverte a malapena. Non tutte le azioni dinamiche vengono intercettate dall'occhio sempre vigile del Kinect e il difetto, a lungo andare, potrebbe rivelarsi frustrante. Nella boxe, ad esempio, i ganci spesso e volentieri si confonderanno ai jab e viceversa.
Ma la vera sorpresa (che, a conti fatti, non sorprende più di tanto) è il gioco in allegato al pacchetto Kinect...Kinect Adventures! Un titolo carino e fisicamente abbastanza impegnativo che come obbiettivo ha solo quello di segnare i confini dello spazio di gioco a vostra disposizione e, ovviamente, farvi sudare come dei maiali.
E restando in tema di "spazio di gioco" qualcosa di pesante da dire c'è. Ne serve tanto, troppo! La richiesta del Kinect è quasi discriminante e chi non può fruire di almeno un metro e mezzo abbondante di area utile dal televisore deve considerarsi tagliato fuori a priori. Spazio a parte anche la luce gioca un ruolo fondamentale. L'area di gioco dovrà essere ben illuminata, soprattutto se si vuole fruire dell'opzione "auto login dell'avatar" quando si "saluta" il Kinect.
Quindi, a conti fatti, vale davvero la pena spendere 150€ per questa web-cam dei miracoli?
Ni. Se da una parte il potenziale di miglioramento del Kinect è molto vasto e promettente dall'altra ci si scontra inevitabilmente con una "pretesa" molto forte. L'idea di dover abbandonare, in un futuro ipotetico, uno strumento così familiare come il controller non fa altro che alimentare i dubbi e le perplessità della "vecchia arma" dei videogiocatori che, posti di fronte ad un prodotto comunque estremamente affascinante, si trovano vincolati ad un'altro controller...più brutto.
Perchè sostanzialmente il Kinect non è altro che un controller alternativo. Lo slogan "il controller sei tu", oltre ad essere troppo frettoloso, non è che un modo fuorviante per farvi intendere erroneamente che tutto, d'ora in poi, è lecito. Purtroppo le limitazioni sono ancora tante, troppe. Se si vuole davvero scorgere una breccia evolutiva in questo affascinante prodotto bisognerà allestire un mare di aggiornamenti e un transatlantico carico di buone idee e chissà, magari un giorno...
Questo blog genera un impatto sociale minore di zero!
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2 commenti:
Guarda, in un Mediaworld con un paio di amici, abbiamo provato il calcio... è fantastico!
A parte mia figlia di 20 mesi che guardava la figura paterna dare calci nel vuoto e la mia Dolce Metà che si vergognava come un cane perchè esultavamo ad ogni gol o tentavamo il colpo ad effetto con tanto di pubblico di ragazzini vocianti attorno...
Cordialità
Attila
Provato in un'area abbastanza spaziosa,in due, con distanza dall'hardware ottimale...risultato:
-Per poco non ho rotto il ginocchio a mio fratello.
-I passaggi erano scordinati.
-L'IA del portiere avversario era qualcosa di indecente.
-Non ho dovuto meditare troppo sui tiri in porta. Se tiravo dritto la palla andava in rete centrando l'angolo della porta...e viceversa.
-Più che una "questione di riflessi" m'è parsa una questione di culo!
Saluti ;)
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