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Oil on canvas

7.9.10
(articolo arricchito dagli splendidi dipinti della Tate Gallery, Londra)





In sostanza, la British Petrol è supporter ufficiale della Tate Gallery da vent'anni ma nel frattempo è riuscita anche a devastare lo spazio marino nel golfo del Messico.

Indovina indovinello.
Sherlock Holmes ne Il Segno dei Quattro ci ha fatto notare quanto l'iniziativa di un singolo uomo fosse imprevedibile e quanto la situazione fosse invece agli antipodi quando si consideravano le gesta di un gruppo di persone.
Figuriamoci allora che reazione inedita ed originale possa avere il (proverbiale) gruppo di artisti moderni di fronte al party celebrativo ospitato dalla Tate Gallery in onore della compagnia petrolifera più famosa del decennio.

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Imprevedible e sbalorditivo.
Cioè, la manifestazione di protesta del 29 Giugno scorso promuoveva la richiesta degli artisti di negare la sponsorizzazione della BP alla Tate perchè:

a) il logo della BP macchia la reputazione della galleria

b) non si può permettere alla compagnia di nascondere le proprie malefatte dietro ai nobili intenti di supporto all'arte contemporanea.





Curioso.
Perchè lanciando questa protesta, la quale pone erroneamente i due fattori del disatro ambientale e della corporate sponsorship in un assurdo rapporto di azione/reazione, i 200 artisti puntano verso il verificarsi di un'ulteriore strage. Quella culturale.
Almeno questo è ciò che ci racconta il corpo dirigenti della Tate Gallery, la quale, dichiarano, non avrebbe potuto raggiungere l'importanza ed il blasone attuali senza il fondamentale supporto di BP.
Ma prima di concludere spieghiamoci meglio:


Osservando il grafico si evince chiaramente come le due attività prese in considerazione, cioè il supporto di BP a Tate e la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon, abbiano un'evoluzione nel tempo indipendente l'una dall'altra e non siano di conseguenza correlate o mutuamente influenzabili; questo ci porta ad affermare con certezza che una qualsiasi azione esterna intrapresa su una di queste due attività non può in alcun modo provocare ripercussioni sull'altra. Ergo, un'azione esterna che voglia, per esempio, produrre un effetto sull'attività in banda nera facendo leva sui fatti correlati a quella in banda blu è assolutamente inutile e superflua in quanto non può in alcun modo produrre tale effetto. Sarebbe come se avessimo voluto tappare un buco a X chilometri sotto al livello del mare facendo comperare due Rembrandt a Tony Hayward.





Magico.
L'universo dell'intellettualità e del politcamente corretto è davvero magico ed emozionante.
Addirittura in questo articolo, chiaramente favorevole alla protesta, si suggerisce una correlazione fra plutocrazia, arte, capitalismo e "Satan himself" (!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?)
che poi è un modo come un altro per dimostrare al mondo di avere il cervello pieno di merda di cane.


(questo non è un dipinto della Tate Gallery, purtroppo)

1 commenti:

Attila ha detto...

Meglio di un articolo da sbroc del Guardian c'è solamente un articolo da sbroc del Guardian ripreso da Liberazione...

Cordialità

Attila