E' proprio il caso di dirlo...
...la percentuale di fallibilità che alleggia, come la più minacciosa delle nuvole, sul capo di un prodotto "action/fantascientifico" che si prende la briga di schierare in prima linea un fuoriclasse del settore quale il mitico (e intramontabile?) Bruce DOVREBBE automaticamente ridursi allo zero.
Scrivo "dovrebbe" perchè da un pò di tempo a questa parte il mio "sarcasmo critico" risente, in negativo, di un forte senso di pienezza che, lentamente ma inesorabilmente , va convertendosi verso una profonda e difficilmente curabile intransigenza cronica (v. Halloween 2...ma questa è un'altra storia!).
Resta il fatto che non voglio servirmi della recesione di un prodotto mediocre come quello de "Il mondo dei Replicanti (Surrogates)" per sguinzagliare tutte le mie invettive represse contro il "nuovo cinema fantascientifico" che, sfacciatamente e quasi sicuramente involontariamente, osa sfidare con "mezzucoli" i grandi del settore come BLADE RUNNER o i primi due capitoli della saga TERMINATOR (tanto per citarne alcuni!) solo per il gusto di trattare temi sociopolitici avveneristici. NO. Voglio tentare la via magnanima (e l'intransigenza!?) evidenziando solo le lisature più evidenti del completo, trascurando (almeno per il momento!) le toppe/gli strappi interni.
Il mondo dei replicanti vanta origini "cartacee". E' infatti la trasposizione cinematografica dell' omonimo fumetto di Robert Venditti e Brett Weldele (qui da noi edito da Rizzoli in un elegante volume che raccoglie cinque storie) ambientato in un futuro prossimo dove l'uomo è a tal punto vittima della tecnologia da rinunciare alla partecipazione diretta della propria vita sociale, sentimentale e lavorativa per "viverla" attraverso le spoglie di un "surrogato", robot che riproducono alla perfezione ( e in meglio!) gli esseri umani.
Ovviamente l'idea originale trae spunto e forza dalle tematiche sociali più recenti viste e plurimamente analizzate in social network virtuali quali Second-life e, perchè no, in gdr tristemente famosi come WOW (World of Warcraft ndr.) e simili.
La possibilità, quindi, di sottrarsi in tutto e per tutto dalla sempre più triste e monotona realtà quotidiana per favorire una grande (e per alcuni oltremodo piacevole) illusione virtuale esente, per natura, da qualsivoglia male/sofferenza.
Ergo con un'idea del genere in saccoccia il duo Michael Ferris e John D. Brancato doveva, per forza di cose, far centro...invece:
-L'idea magistrale si devolve facilmente in un "déjà vu" dai tratti nostalgici e tristi. Per farla breve si può dire che parte alla grande per scemare miseramente in una malrealizzazione dai toni rinunciatari.
-La presenza di una figura leggendaria nel settore come quella di Bruce Willis non riesce a colmare le forti lacune del prodotto che risulta essere a tratti lento e inconcludente.
-La bellezza "acqua e sapone" di Radha Mitchell e Rosamund Pike cede le armi ad un make-up ,volutamente "artificiale", esaltato dai relativi surrogati...malgrado questo il risultato si rivela comunque piacevole.
-(ATTENZIONE SPOILER!) L'elemento thriller è rovinato da un complotto mal gestito e a tratti quasi ridicolo. Il finale vi lascerà a bocca aperta...ovviamente non per la sorpresa.
-Gli effetti speciali sono essenzialmente spogli di qualsivoglia pretesa....resto dell'avviso che nell'82 quest'ultimi fossero decisamente più ispirati e d'effetto.
In sostanza Il Mondo dei Replicanti si mertia un 6- che tende più all'insufficienza che alla sufficenza.
Potevamo godere di un prodotto dalle tematiche forti e "bacchettone"...e invece ci ritroviamo con l'ennesimo emulo dei bei tempi che furono.
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