In passato vi avevamo già deliziato (?) con critiche a due mani figlie, o meno, delle nostre convergenze di pensiero che alimentano avidamente l’anima oscura di questo blog.
Ora siamo di nuovo qui, insieme, per trattare di un tema molto delicato che ruota attorno all’origine della nostra passione fumettistica come uno stormo di corvi intenti a presidiare il perimetro del loro pasto. Vogliamo parlarvi di Dylan Dog, o meglio della sua ultima fatica marchiata Recchioni & Carnevale…e non possiamo farlo divisi.
Perciò aprite il tamburo della Bodeo, riempitelo di proiettili calibro 10, 35 mm e puntatecela alla testa. Tenetela buona, nel caso dovessimo andare oltre le righe o perché no…diventare dei fottutissimi zombi.
GREG-Mi piace-Dog:
Bellissima, profonda, nociva, dolorosa. Il disegno è perfetto. Ma queste storie devono imparare a crescere e svilupparsi con le proprie gambe, staccando il cordone che le lega al proprio autore.
E non è che scrivere di se stessi "non vale", semplicemente in questo modo non si scrive una storia. Si scrive e punto. E non è quello per cui un lettore di DYD paga, di solito.
Ma facciamo che mi sbaglio. Facciamo che i primi 160 numeri dell'investigatore siano la vita di Sclavi e di pochi altri. Allora in questi ultimi 7-8 anni non avremmo letto praticamente nulla. La serie non esisterebbe. il personaggio si sarebbe ritirato nell'eremo dei disertori.
Ma non è così.
Mater Morbi è una memoria che vede le storie a fumetti passare da dietro il vetro di una camera ospedaliera. Nel frattempo queste la notano e fanno un doveroso inchino alla sua bellezza.
RED-mi piace così così-Dog:
“fare la figura degli stronzi”...una condicio sine qua non che molto probabilmente meriterò al termine di questa "mini" recensione. Perché, come molto probabilmente avrete già intutito, non ho gradito più di tanto quest’ennesima avventura nostrana di Dylan.
Certo, è un dato di fatto che dal connubio tra una mente (Recchioni) e una mano (Carnevale) oltremodo creative e “incostantemente” geniali non possa che scaturirne un capolavoro dalle proporzioni incontenibili, ma è altresì un dato di fatto che la tanto agognata rivoluzione del personaggio che molti fans attendevano sia ancora una volta posticipata a tempi migliori.
Perché a conti fatti Mater Morbi non riesce a sconfinare da quella campana di vetro che metaforicamente rappresenta la trasposizione del vissuto personale del proprio autore.
Dylan Dog è un personaggio vittima della maledizione del suo creatore. Difficile da gestire, vuoi per la sua sociopatia cronica che lo vincola ancora ad usi e costumi legati inscindibilmente ad un tempo che, purtroppo, è in costante evoluzione, vuoi perché è figlio di più padri che a volte dimostrano sfacciatamente di non amare il personaggio. E allora lo usano, ne abusano, lo smontano, lo ricostruiscono, ci giocano. Perché Dylan è, senz’ombra di dubbio, un’icona assoluta del panorama fumettistico italiano e la sua dipartita, come ha fatto notare Greg, equivarrebbe al più triste dei lutti.
E allora lo si mette in fin di vita, appeso come un burattino ai rami di un albero che sa molto di déjà vu. Lo si fa ritrarre da mani esperte nel pieno della sua agonia, come la miglior crocifissione firmata dal più grande degli artisti, e si gioca , ancora una volta, con la scatola delle illusioni.
Perché con Mater Morbi non ci troviamo di fronte ad un Dylan Dog “classico”, ma a un Dylan “replicato”. Un eroe a se stante immerso in un’avventura che volutamente si fa strada attraverso un dolore glorificato, quasi come se fosse una purga per la staticità che aleggiava minacciosa sul capo della serie.
In sostanza…se da un lato John Doe riesce a fondersi perfettamente con Dylan Dog dall’altro Recchioni non riesce (ancora) ad entrare in sincrono con l’ormai divinizzato Sclavi.
Ma questo, fondamentalmente, è un problema con il quale siamo abituati a fare i conti.
6 commenti:
Belle recensioni. Entrambe.
p.s.
e grazie.
Grazie mille per l'elogio RRobe.
Attendiamo ansiosi il tuo apocalittico ritorno con John Doe.
grazie a te RRobe
@Red: noto solo ora che il dylan nel disegno è decisamente una tua foto in bianco e nero
@Greg: Quanta grazia :D!
HAHAHAHAHA
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