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Ed il Bonelli se ne va...

16.11.09


Dichiarazione di Sergio Bonelli Editore su Lucca Comics & Games, fresca da comicsblog.it:

“Non vendo albi in fiera. Vengo solo ad omaggiare i miei lettori della presenza degli autori ed ero più contento quando capivo che il pubblico veniva per i fumetti… Se penso al pubblico dei primi due giorni, 40mila persone, credo che 30mila vengano per festeggiare il loro carnevale, e solo 10mila per i fumetti. Per questo credo, come casa editrice, di non venire più. Perché è diventata una manifestazione diversa: i fumetti rimangono schiacciati dal resto. Anche la presenza dei professionisti è bassa, anche perché con i mezzi di comunicazione di oggi certi incontri e conoscenze avvengono in altri posti…”


Notiziona, cazzo.


Voglio essere chiaro, lo stand Bonelli non è mai stato esattamente il più esaltante della fiera lucchese. Un tavolo di 4 metri cui siedono a turno una manciata di autori. Roba che o vai pazzo esattamente per quel fumettaro lì oppure passi, guardi e ti rituffi nel resto della bolgia consumistica. Se cerchi carta stampata su cui sfogare il nerdismo, meglio andare altrove. Difatti così succede allo stand Bonelli, si fermano gli hard core fans, tutti gli altri passano oltre.

Sottolineo che se questo attenggiamento non è dei migliori ai fini di cassa, è sicuramente condivisibile e rispettabile per non dire "politicamente corretto" tanto verso il lettore Bonelli quanto verso tutti gli altri.
DEVE essere così, perchè il buon Sergio non vende ma celebra, omaggia. Presenzia col suo staff come tributo verso i lettori. E' una scelta sua, una scelta coerente. Tanto di cappello.

Ecco perchè mi sento di riformulare con la mano sul cuore le seguenti affermazioni:

Ero più contento quando capivo che il pubblico veniva per i fumetti.

Eravamo in due, probabilmente anche di più.

Se penso al pubblico dei primi due giorni, 40mila persone, credo che 30mila vengano per festeggiare il loro carnevale.
Oltre ad essere il più grande editore della storia d'Italia, hai anche il dono di saper usare le parole giuste. In questo caso CARNEVALE.

I fumetti rimangono schiacciati dal resto. Conseguenza di quanto detto sopra, non condivido in pieno ma di fatto la presenza del Fumetto perde valore.

Anche perché con i mezzi di comunicazione di oggi certi incontri e conoscenze avvengono in altri posti. Oltre ad essere il più grande editore della storia d'Italia ed a possedere il dono di saper usare le parole giuste, hai anche una capacità di lettura del mercato invidiabile ed un carattere esemplare.


Aggiungo che se tutti gli editori fossero un pelino più come Bonelli sarebbe un mondo migliore, in ogni luogo, in ogni fiera.

Amen

5 commenti:

Mr RED ha detto...

E probabilmente non esisterebbe più lo stand editori....

Doner ha detto...

perchè secondo te a tutti quei frocioni vestiti da naruto interessa???

Mr RED ha detto...

Parliamo di minoranze o di cosa?
Perchè da che mondo è mondo la minoranza non costituisce un punto di riflessione.
La realtà è che lo stand Bonelli si occupa, almeno nel contesto "Lucchese", di immagine...ergo vendita passiva. Una sorta di guardare per gustare senza dover necessariamente "toccare".
Una scelta, come tante. Una scelta che differisce dalla massa e dalla scia di un contesto. Elogiabile, per l'amor del cielo...ma fortunatamente non per forza condivisibile.

yambo ha detto...

Bonelli ha ragione.
Le sue motivazione, diverse ma non poi così distanti da quelle di Traini, sono antitetiche rispetto a quelle dei Recchioni(Roberto) che hanno un'idea del fumetto da supermercato globale, e che prima o poi ne decreteranno la fine.

Doner ha detto...

yambo concordo con te al 50%.

non posso dirti se bonelli abbia ragione o no. certamente stimo la sua coerenza e la sua interpretazione tanto di lucca quanto del mercato nel suo insieme.

non posso dirti nemmeno cosa succederà al fumetto secondo il credo recchioniano ma mi sento di fare una precisazione: il fumetto è innanzitutto arte, che NON E' rivolta a tutti, per definizione; ma la sua produzione viene anche sostenuta da un mercato, fatto di persone che spendono e altre che guadagnano, dove la qualità non è sempre proporzionale al successo o allo sforzo.
finchè entrambi i sistemi coesistono mantenendo le dovute distanze, siamo salvi.

fatto sta che per me la gente che oggi va a Lucca è TROPPA e la qualità e la quantità dei prodotti "celebrati" molto spesso è POCA.