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Il Trans in croce...(approfondimento)

25.11.09
"Così, tanto per dire la mia..."

Il miglior giallo "made in Italy" del momento, come non parlarne?
C'è tutto, ma proprio tutto, tanto che un qualsiasi giallista d'italia potrebbe ricavarne il best seller del secolo. Due morti "sospette", di cui la prima ricordo essere quella del pusher-"pappone" Gianguarino Cafasso, legate da un evidentissima fune collaborativa e non solo. Due cellulari svaniti "magicamente" nel nulla più oscuro. Un portatile scioccamente "affogato" nell'acqua e dulcis in fundo una lista di nomi "importanti" che ondeggia minacciosa nell'etere transessuale.
Di contorno, ovviamente, uno share che implora pietà dagli abusi mediatici incentrati sulla vicenda. Da "Porta a Porta" a "Matrix". Da "Mattino Cinque", con ospite Eva Robbins, a "Il fatto del giorno" con Vladimir Luxuria.
Insomma, un team di "esperti" di tutto rispetto (viva il sarcasmo!) pronto a svelare anche il più piccolo retroscena che si ciela dietro la morte del Trans Brenda e del suo pappone. Perchè Brenda non era un Trans qualsiasi, no! Era il trans di Marrazzo. Era il trans che ha fatto tremare i pilastri del buoncostume e della moralità italiana. Lei (o lui?) e il suo fido cellulare nascondevano più segreti del Pentagono e dell'Area 51 messi in sieme. Potevano forse sopravvivere nell'omertà più rigida e nell'anonimato? No.
Allora che succede? Il trans viene messo in croce, si aprono spiragli verso le più ardite cospirazioni. La comunità dei viados trema e la massa accorre in difesa di queste povere "vittime".
Eh già, perchè è di vittime che si stà parlando. Padri di famiglia che abbandonano le favelas più criminose con due palle di silicone impiantate nel petto per fuggire laddove la transessualità attira il potente e i soldi. Uomini che una volta raggiunto il loro scopo tornano da dove sono venuti per recuperare la loro vita con un pò più di ottimismo e qualche "dindo" in più in tasca.
Un pò come fecero i "nostri" ad inizio secolo, solo che a suo tempo il silicone era lontano e i calli sulle mani valevano più delle dimensioni dei gioielli di famiglia.
Ma tutto questo poco importa...perchè è morto un trans, un uomo. Ed altri come lui temono il (o i) "Jack the ripper" del momento, il vendicatore di quella moralità che è andata persa per sempre con un cellulare che forse è già stato dato alle fiamme.
E' una storia vecchia, tanto da ricondurci al "bruto" manzoniano. Qualcuno "la fa" e qualcun'altro ci mette la "toppa", ovviamente il come è a discrezione dell'utenza.


Requiescat in pace.

1 commenti:

Alis ha detto...

sono pienamente d'accordo... praticam il gatto insegue il topo, il cane insegue il gatto! chi ci rimette la "pelle" è il gatto, il topo riesce a scappare perchè l'arrivo del cane ha incarsinato l'inseguimento.
Mi spiego:
Topo=politici che vanno con i trans
Gatto=trans
Cani=pulitori del misfatto
quindi invece di concentrarci sul fatto che politici siano stati ricattati, che quindi probabilmente non sono stati pienamente obiettivi nel loro lavoro, che abbiano assunto coca e chissà cos'altro passa tutto in secondo piano..perchè al momento i media pensano ai trans e li dipingono come "vittime", quando fino a qualche giorno fa erano i ricattatori, spesso extracomunitari senza permesso di soggiorno, spacciatori di coca... no comment! ma cosa succede?? arrivano pesone pagate per sistemare la faccia dei politici coinvolti e fanno fuori i trans, io sono assolutamente contraria a questa uccisione, avrei preferito vederlo/a consegnata alla legge per pagare il proprio debito. Utopia.